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Fano, città a misura di ciclista? C’è chi storce il naso

La Bandiera Gialla ha scatenato reazioni diverse: non mancano i critici che puntano il dito sull'inadeguatezza del manto stradale, delle stesse piste ciclabili, sulla mancanza delle rastrelliere e sul fallimento del bike sharing

Le bici del bike sharing a Fano
Le bici del bike sharing a Fano

FANO – La Bandiera Gialla conferita al comune di Fano i giorni scorsi ha scatenato reazioni diverse tra i cittadini fanesi.

Nonostante non siano pochi coloro che riconoscono gli sforzi profusi dall’amministrazione in direzione di una mobilità sempre più green, vedi alla voce, Ztl e il progetto Biciplan, un numero altrettanto significativo lamenta non poche situazioni critiche o inadeguate per una città che si voglia definire “a misura di ciclista”.


Una delle critiche più frequenti riguarda il manto stradale che presenta non poche buche e irregolarità tanto da rendere non sicura la pedalata: «strade piene di buche e pericolose per chi proviene dalle frazioni» denuncia un utente. Altri puntano il dito sull’effettiva fruibilità e sicurezza delle piste ciclabili presenti «Invito gli amministratori comunali a percorrere in bicicletta via Ruggieri nei due sensi di marcia. Poi parliamo di ciclabili». C’è invece chi contesta la mancanza di rastrelliere «Cerchiamo anche di mettere più stalli per le biciclette per non farle lasciare ammucchiate nei muri».

Bici appoggiate sui muri
Bici appoggiate sui muri

Nei giorni scorsi poi, in concomitanza con l’assegnazione del vessillo, sui social è tornato in auge il dibattito in merito al fallimento del progetto Bike Sharing, ideato e realizzato dalla Provincia di Pesaro-Urbino ma di fatto, mai decollato a Fano, come del resto negli altri comuni dove è stato attuato. «Bici arrugginite da 10 anni mai usate: se rimosse si potrebbe utilizzare le rastrelliere per bici private di cui c’è grande esigenza.»

Degrado delle bici in Bike Sharing
Degrado delle bici in Bike Sharing

Scrive al riguardo un cittadino; altri sottolineano le criticità che potrebbero aver portato al fallimento del progetto: «Il problema è che per poter prendere quelle bici dovevi fare una trafila burocratica assurda, perché invece di mettere un baracchino o simile vicino alle bici per poterle prendere devi andare in centro, portare vari documenti e poi forse puoi usarle. Figurati se un turista si mette a farlo»; chi imputa l’insuccesso alle stesse bici: «Pesano come un carrarmato» o chi lamenta lo spreco di soldi pubblici per un progetto nato fin dall’inizio sotto una cattiva stella. La speranza è che, forti del nuovo vessillo ottenuto per il terzo anno consecutivo conquistando 4 “bike smile” sui 5 disponibili, l’amministrazione provveda a risolvere almeno alcune criticità di cui sopra

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