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Tecnowind, tre giorni di fermo produttivo

Da oggi e fino al 31 marzo, per mancanza di materiale, in azienda non si lavorerà ad eccezione dell'officina e del magazzino. Pagata la terza rata degli arretrati ai lavoratori. Si guarda all'incontro con il Mise fissato per l'11 aprile a Roma

La sede degli uffici della Tecnowind a Fabriano
La sede degli uffici della Tecnowind a Fabriano

FABRIANO – Nuovo faccia a faccia fra sindacati e consiglio di amministrazione di Tecnowind. Le parti si ritroveranno, insieme alla proprietà di Adr e al sindaco di Fabriano, il prossimo 11 aprile alle 10:30, nella sede del ministero dello Sviluppo economico a Roma. Probabile la presenza anche del viceministro Teresa Bellanova. Intanto, tre giorni di fermo produttivo per mancanza di materiale, da oggi a venerdì 31 marzo. Aperta solo l’officina meccanica e il magazzino.

Questa mattina, 29 marzo, a partire dalle 11, nuovo incontro fra i rappresentanti sindacali di Fiom-Fim-Uilm e il management dell’azienda fabrianese che produce cappe aspiranti. Nel corso della riunione, dal CdA è stata confermata l’arrivo dell’ultima rata per gli stipendi arretrati dei circa 280 dipendenti. Complessivamente, dunque, ciascun lavoratore ha percepito 1.500 euro rispetto alle retribuzioni di gennaio e febbraio. Per alcuni è quasi tutto il credito vantato. Per altri, invece, ci sarebbe bisogno di un’ulteriore integrazione. Mentre fra pochi giorni, scatterà un nuovo credito relativo alle spettanze di marzo.

Nel corso della riunione odierna, le parti sociali hanno chiesto se ci fossero novità riguardo alle intenzioni del Fondo di investimento area Euro interessato a rilevare la proprietà di Tecnowind. Dal cda si è confermato che la trattativa è ancora in piedi, ma non è stata comunque presentata alcuna offerta vincolante. La strada che, al momento, rimane percorribile porterebbe all’apertura di un concordato preventivo in continuità aziendale. Questo perché il pool di banche, che vanta crediti per alcuni milioni di euro nei confronti dell’azienda, continua a non essere interessato all’apertura di ulteriori linee di liquidità per garantire di poter evadere gli ordini dei clienti. Inoltre, le stesse banche – come hanno ribadito nell’incontro avuto a Milano a metà mese – hanno fatto intendere che non ci vogliono rimettere più del dovuto, ma chiedono, in pratica, che anche i pagamenti nei confronti di lavoratori e fornitori debbano subire una decurtazione quota parte. Una situazione, dunque, molto ingarbugliata.
I sindacati, dopo il summit con l’azienda, hanno riferito tutto ai lavoratori riuniti in assemblea. Le tute blu hanno manifestato forte preoccupazione. Si è, comunque, deciso di non iniziare una nuova mobilitazione almeno fino all’incontro al Mise dell’11 aprile prossimo. Infine, da oggi al 31 marzo, l’azienda è ferma a livello produttivo. Si torna al lavoro il 3 aprile prossimo.

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