Ancona-Osimo

Ex Ardo: accordo di programma in scadenza. Probabile proroga

Il grido di allarme dei sindacati che chiedono alle Istituzioni di promuovere a livello nazionale ed internazionale l'Accordo di programma per le aree colpite dalla crisi della Antonio Merloni e renderlo più accessibile. L'importante strumento mette a disposizione 26 milioni di euro fra Marche ed Umbria per incentivare politiche industriali per rilanciare il territorio

FABRIANO – Presentato come la “Panacea” di tutti i mali, in realtà è ancora oggi lettera morta. L’Accordo di programma per le aree colpite dalla crisi della Antonio Merloni stenta a produrre i frutti sperati nonostante sia attivo da molti anni e abbia subito un paio di restyling per renderlo maggiormente accessibile, l’ultimo dei quali nel marzo del 2015. Eppure, ancora nulla. L’importante strumento scadrà nel marzo del 2017, anche se è contemplata una possibile ulteriore proroga. Il plafond disponibile è al momento di 26 milioni di euro, tra Marche e Umbria. A questi vanno aggiunti, per il fabrianese, oltre 5milioni di euro di fondi regionali.

Il primo strumento di agevolazione, finanziato con la legge 181/89 a gestione ministeriale, il famigerato Accordo di programma, è rivolto ai progetti di importo più elevato, sopra a 1,5 milioni di euro, presentati da imprese di tutte le dimensioni, incluse le grandi, sia manifatturiere, sia di servizi, incluse quelle turistiche. Il secondo, finanziato con risorse del Por Fesr 2014/2020 nell’ambito dell’Asse 3 Competitività, è destinato a progetti di entità più ridotta presentati da micro, piccole e medie imprese manifatturiere, di servizi alla produzione e dell’industria culturale e creativa, sia per l’avvio e il consolidamento di start up, sia per la creazione e sviluppo di unità produttive, sia per la rilocalizzazione totale o parziale di linee di produzione del Made in Italy, sia, infine, per il trasferimento di impresa allo scopo di favorire la continuità aziendale.

L’obiettivo di ricollocare e riqualificare il bacino dei lavoratori della ex Merloni sarà, peraltro, perseguito attraverso l’attivazione di misure Fse (tirocini, formazione, borse lavoro, aiuti alle assunzioni) dedicate alle imprese beneficiarie dei due strumenti. Anche l’Unione dei comuni montani, con Fabriano capofila, si è detta disponibile a presentare progetti. Anche perché, al momento, solo rumor non ufficiali. Ci sarebbero alcune aziende che si sono fatte avanti, ma i posti di lavoro – soprattutto per il fabrianese – sarebbero nell’ordine di poche unità.

«L’accordo di programma – dichiara il segretario regionale della Uilm Vincenzo Gentiluccinon sta dando nessun risultato. Si susseguono voci di aziende interessate, ma non ci è stato comunicato ancora nulla».

Il segretario regionale della Fim, Andrea Cocco conferma che ci dovrebbero essere 6/7 aziende che hanno passato il primo step con dichiarazioni di investimenti ed assunzione dei lavoratori ex Antonio Merloni. «Occorre fare presto perché due terzi dei lavoratori ex Ardo hanno finito gli ammortizzatori sociali, complessivamente si tratta di circa 450 tute blu ex Ardo, di questi a Fabriano sono circa 200. Attraverso un finanziamento regionale saranno erogati altri 3 mesi di mobilità in deroga, ma la situazione resta complicata. Serve una politica economica-industriale diversa, una produzione nuova. Il sistema è ancora addormentato non solo per scelte politiche, ma per gli stessi imprenditori che sembrano ancora in attesa di qualcosa. Va ridisegnato il contesto al più presto».

Anche per il responsabile della Fiom Fabrizio Bassotti l’Accordo di programma, a conti fatti dal 2008 ad oggi, non ha dato risposte. «Tutti ne parlano, ma zero risultati. E, purtroppo, noto che vi è una totale assenza di politiche industriali per rilanciare il territorio. Se non ci credono le Istituzioni, è ancora più difficile. Sembra sventolato per tenere calme le acque, ma i livelli di disoccupazione sono pari a molte città del Sud-Italia. Nel 2018 finiranno quasi tutti gli ammortizzatori sociali, le Istituzioni devono fare il loro dovere. Sponsorizzare l’Accordo di programma per il mondo ed aiutare le aziende che sono ancora qui, non c’è più tempo per gli slogan».

Claudio Curti

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