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Fabriano e Cerreto D’Esi, il Pcl all’attacco del centrosinistra

La stilettata: «L’elezione di Acquaroli a governatore delle Marche rappresenta il catastrofico risultato delle politiche neo-liberiste del presunto centro-sinistra marchigiano»

Una veduta di Fabriano

FABRIANO – La sezione del Partito Comunista dei Lavoratori di Fabriano e Cerreto D’Esi si scaglia contro il centrosinistra, a due settimane dalla vittoria del centrodestra alle elezioni regionali. «L’elezione di Acquaroli a governatore delle Marche, rappresenta il catastrofico risultato delle politiche neo-liberiste del presunto centro-sinistra marchigiano», si legge in una nota.

Una sconfitta che, secondo la sezione di Fabriano e Cerreto del Pcl, va ricercata nella precedente legislatura, «che è riuscita a “liquidare” diritti di civiltà: quali il diritto al lavoro, alla istruzione e formazione e, soprattutto, il diritto alla salute, nei confronti del quale, in primo luogo, nell’entroterra marchigiano, servizi vitali, come il punto nascite e la pediatria, sono stati dismessi», il riferimento a quanto accaduto all’interno dell’ospedale Engles Profili.

«L’ex governatore, Luca Ceriscioli, si è distinto nelle vesti di “crociato” contro la zona montana della Regione Marche, accentuando una grave divisione tra la costa e l’entroterra marchigiano, non solo per patrimonio sanitario, ma anche scolastico con l’eliminazione del polo scolastico nella città di Fabriano per la specializzazione e formazione per la professionalità ai fini della produzione cartaria, con cui la città di Fabriano si è resa celebre in tutto il contesto mondiale». Un concorso di colpa, secondo la sezione cittadina del Partito Comunista dei Lavoratori, che vede coinvolta la politica locale «per favorire il controllo monopolista e mono-settoriale in sostegno ad un potentato regionale che ha generato nel solo distretto industriale di Fabriano oltre 7.000 disoccupati ufficiali».

Questi dati incontestabili, conclude la nota del Pcl sezione di Fabriano e Cerreto D’Esi, «rappresentano la certificazione totale, del “mutamento genetico”, della pseudo-sinistra che con il silenzio complice del sindacato confederale, si è trasformata in vera e propria destra economica».

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