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Export, i distretti industriali pesaresi di cucina e meccanica superano i livelli pre covid

Secondo l’indagine della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo i comparti valgono 181 milioni e 284 milioni. Calo vertiginoso sul mercato russo

PESARO – I due principali distretti industriali pesaresi segnano un andamento positivo sull’export, anche rispetto al 2019, anno prima della pandemia.

È quanto emerge dal Monitor dei Distretti Industriali delle Marche a cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.

Le Cucine di Pesaro, con 181 milioni di euro, realizzano una crescita dell’8,1% tendenziale (+25,1% sul 2019). Molto apprezzate le produzioni sul mercato americano (+49,8%) che, con un incremento di 12,5 milioni di euro, compensa ampiamente il calo complessivo di 10,1 milioni di euro registrato da Federazione Russa (-34,6%), Germania (-23,8%) e Francia (-7,6%).  

Le Macchine utensili e per il legno di Pesaro realizzano 284 milioni di euro nel primo semestre, con una crescita rispettivamente del 5% rispetto al 2021 e del 18,2% nei confronti del 2019. Primo mercato di destinazione si confermano essere gli Stati Uniti (+21,9%), seguiti da Francia e Germania.

«I dati dell’export distrettuale confermano la qualità delle produzioni regionali e la dinamicità del tessuto produttivo, anche e tanto più nei contesti di difficoltà. Ma in questo momento le imprese si trovano a dover fronteggiare costi e incertezze inattese innestati dai rincari dell’energia e delle materie prime – spiega Alessandra Florio, Direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo -. Come prima banca italiana e della regione abbiamo ritenuto doveroso sostenerne con misure anche straordinarie le esigenze di liquidità e, al contempo, continuare a stimolare gli investimenti strategici in particolare verso innovazione, digitalizzazione e sviluppo sostenibile. Nei primi sei mesi dell’anno abbiamo erogato oltre 580 milioni di nuovo credito a medio-lungo termine alle imprese marchigiane. Il Gruppo ha messo in campo 12 miliardi di euro per permettere alle aziende italiane di affrontare i maggiori costi dell’energia e favorire gli investimenti verso l’ormai indispensabile indipendenza energetica, anche grazie all’intervento di Sace».

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