Ascoli Piceno-Fermo

Ex carabiniere ucciso, estratti 3 proiettili dal cadavere di Cianfrone

Le pallottole, estratte dai medici legali durante l'autopsia, erano rimaste intrappolate nel torace dell'uomo. Domani l'udienza di convalida dei coniugi Spagnuolo. Il legale: «Stanno riflettendo»

Carabinieri
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ASCOLI PICENO – Sono 3 le ogive dei proiettili estratte dal corpo di Antonio Cianfrone durante l’autopsia eseguita nel pomeriggio di ieri, 11 giugno, all’ospedale di Ascoli Piceno. Il mistero sulla morte dell’ex carabiniere di Monsampolo, freddato con 4 colpi di pistola mentre faceva jogging sulla pista ciclopedonale di Pagliare del Tronto il 3 giugno, potrebbe presto essere svelato. Stando alle testimonianze l’uomo sarebbe stato ucciso da un killer in moto con il volto coperto dal casco, fuggito in compagnia di un complice.

A stabilire il calibro dell’arma che ha sparato ci penserà la perizia balistica del Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche) dell’Arma dei Carabinieri, che verrà eseguito sui proiettili «scamiciati» (non rivestiti di metallo) estratti dal cadavere, come spiega il comandante provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno, Ciro Niglio. Le tre ogive, estratte dai medici legali, erano rimaste tutte intrappolate nel torace di Cianfrone, «ancora da verificare», spiega il comandante dei Carabinieri, se l’uomo sia stato colpito frontalmente o di spalle.

Intanto continuano le ricerche dell’arma che ha messo fine alla vita di Cianfrone, l’area dove è avvenuto l’omicidio «è ancora sequestrata» dichiara il comandante che ha ampliato il raggio d’azione delle ricerche: «Stiamo cercando in una serie di zone che riteniamo interessanti».
Per l’omicidio è stata fermata una coppia di coniugi di Spinetoli nella cui abitazione i Carabinieri hanno sequestrano alcune moto.

Su chi sia stato a sparare dei due il comandante mantiene il più stretto riserbo e precisa: «stiamo ancora facendo una serie di verifiche, per adesso per noi sono chiare alcune immagini e situazioni, ma è un omicidio in concorso». L’accusa per i coniugi di origini tarantine, ma residente da anni a Spinetoli, è quella di omicidio premeditato pluriaggravato in concorso.

Tra la coppia, Giuseppe Spagnulo 54 anni operaio e Francesca Angiulli 50 anni casalinga, e Cianfrone sembra ci fossero state delle ruggini già nel passato, quando l’ex carabiniere era vice maresciallo della Stazione di Monsampolo: gli screzi sarebbero nati per dei controlli serrati da parte dell’ex militare dell’Arma su Spagnulo, pregiudicato.

Domani mattina, 13 giugno, si terrà l’interrogatorio di garanzia che avverrà in videoconferenza senza che i detenuti vengano tradotti dal carcere: alla presenza del detenuto e del legale, si terrà l’udienza di convalida prima in un carcere e poi nell’altro. Non si sa ancora se i coniugi Spagnulo, davanti al Gip Annalisa Giusti e al Procuratore Umberto Monti, decideranno di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il legale che li assiste, Alessandro Angelozzi fa sapere che «decideranno loro», per il momento «stanno riflettendo».

Il procuratore Umberto Monti, che sta seguendo la vicenda fin dall’inizio, ha già un impianto accusatorio consistente che inchioderebbe la coppia sul luogo del delitto grazie ai riscontri telefonici, alle immagini tratte dai sistemi di videosorveglianza della zona e a diverse testimonianze.

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