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L’Enpa Marche compie 150 anni. L’Ente in prima linea per l’accoglienza degli animali dal fronte di guerra

Dalla tutela dei diritti degli animali all'accoglienza dalle zone di guerra. L'Enpa Marche inaugura il 150esimo anno di attività

Andrea Brutti Enpa Marche

ANCONA – Un secolo e mezzo a difesa dei diritti degli animali. E adesso l’Ente Nazionale Protezione Animali ha un compito molto complicato: «Inviare aiuti ai rifugi ucraini dove si trovano gli animali con i rispettivi proprietari – spiega Andrea Brutti, rappresentante dell’Enpa nazionale e referente per le Marche – e facilitare l’accoglienza dei profughi con i loro amici animali».

Un’attività che viene svolta con la collaborazione di una sponda istituzionale?

«Certamente, siamo in continuo contatto con il Ministero degli Affari Esteri e con il Ministero della Salute, che hanno consentito l’accesso dall’Ucraina dei cani accompagnati nel nostro Paese». 

Che situazione vi siete trovati di fronte?

«Sicuramente una situazione emergenziale. Chi scappa dalla guerra con il proprio animale al seguito è perché ovviamente non ha voluto abbandonarlo. E spesso sono animali provati e spaventati». 

Quando si parla di tutela degli animali, che cosa si intende?

«Per quanto riguarda il nostro Ente la tutela è assolutamente a 365 gradi. E verso tutti gli animali, anche nei confronti della fauna selvatica. Ci occupiamo della difesa degli animali che hanno subito maltrattamenti al sostegno per le adozioni».

Dunque il vostro è un ruolo prettamente di natura pratica?

«Non solo, ci occupiamo anche di diffondere una certa cultura. È importante far circolare  una giusta e corretta comunicazione che il più delle volte risulta essere vitale per gli animali stessi. Ad esempio le buone pratiche comportamentali in caso di avvistamento animali feriti».

L’accesso degli animali domestici nei locali pubblici è un tema che ha sempre fatto discutere. A che punto siamo nel nostro territorio?

«Diciamo che gran parte delle strutture turistiche ricettive si sono adeguate al trend dell’accoglienza degli animali, specialmente cani. Lo stesso vale per i contenitori culturali come i musei. A Jesi, ad esempio, la rete dei musei civici già da molti anni consente l’ingresso agli animali accompagnati di qualunque taglia. Ed è per questo che in occasione dei 150 anni di attività dell’Enpa abbiamo voluto premiare il Comune di Jesi per questa attenzione».

Dunque siamo una regione pet-friendly?

«Sì e no. Nel senso che non in tutti i territori della regione si è raggiunto lo stesso livello di accoglienza nei confronti degli animali. Penso ad esempio alle spiagge. Ad Ancona non esiste nessuna spiaggia libera dove poter accedere con il proprio cane. E a Marcelli di Numana c’è una sola spiaggia libera, ma alla foce del Musone, uno dei fiumi più inquinati che ci possa essere. Ecco, noi non vogliamo essere considerati cittadini di serie C».

Altrimenti ci sono le spiagge attrezzate per l’accoglienza ai vostri amici animali.

«Certamente, ce ne sono e anche di qualità. Ma sarebbe giusto che ci fossero anche le spiagge libere per chi vuole godersi il mare con il proprio cane». 

Un giudizio sul livello di sensibilità delle amministrazioni locali verso il mondo degli animali da affezione?

«Sicuramente la sensibilità è cresciuta negli ultimi anni, ma c’è ancora molto da fare».

Ovvero?

«In molti Comuni gli sgambatoi per cani non sono adeguati. Spesso sono di dimensioni troppo piccole o hanno altre problematiche. Poi c’è da lavorare ancora molto sulle segnaletiche all’ingresso dei parchi».

Si spieghi...

«Spesso incontriamo all’ingresso dei parchi pubblici la segnaletica che vieta l’ingresso ai cani al guinzaglio. In realtà non esiste nessuna normativa nazionale a sostegno di questo tipo di segnaletica. Al massimo può essere affissa in prossimità delle aree bimbi, ma limitatamente a quella zona. Non in tutto il parco». 

Un consiglio da dare a chi possiede un animale?

«Noi come Enpa raccomandiamo sempre di fare appello al proprio senso di responsabilità ogni volta che ci si trovi in luoghi pubblici in compagnia del proprio amico animale. Ogni proprietario di un cane, ad esempio, è un profondo conoscitore delle abitudini del proprio amico a quattro zampe. Dunque deve essere consapevole quando sia il caso, o meno, di condurlo in determinati luoghi». 

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