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Pesaro, le attività economiche in piazza: «Fateci lavorare». L’appello: «Defiscalizzare il 2021»

Albergatori, ristoratori, estetisti, commercianti sotto la Prefettura. Gli hotel pesaresi hanno perso 100 mila presenze, gli ambulanti sono al palo. Ecco cosa chiedono

La manifestazione in piazza a Pesaro

PESARO – Albergatori, ristoratori, estetisti, ambulanti, gestori di locali e di toelettature. Tutti in piazza per chiedere di “tornare a lavorare, come vuole la Costituzione”.

Piazza del Popolo, venerdì 27 marzo, si è riempita dei rappresentanti delle categorie economiche chiuse. Tutti sotto la Prefettura con cartelli e striscioni come “Senza certezze, senza ristori, senza lavoro”, “Spiegateci come andare avanti senza lavorare” e ancora “Se non sono essenziale anche quando dovrò pagare le tasse non sarò essenziale”.

La manifestazione in piazza a Pesaro

Nel pesarese sono ferme 594 attività nel capoluogo di provincia, 388 a Fano, 114 a Mondolfo, 94 a Urbino, 86 nel Vallefoglia.

I rappresentanti di Categoria come Davide Ippaso per la Confcommercio e Alessandro Ligurgo per Confesercenti hanno sottolineato come «il governo Draghi sia una prosecuzione del Governo Conte. Non c’è stato un cambio di passo per la somministrazione dei vaccini e per la rinascita economica. Le categorie sono allo stremo».

La manifestazione in piazza a Pesaro

Il grido di dolore è forte tanto che gli albergatori si sono presentati con dei cuscini con alcune scritte. «I cuscini dei nostri hotel sono freddi – ha detto Frabrizio Oliva Apa Hotels Confcommercio – Da settembre non fatturiamo più, da Natale a Pasqua senza eventi abbiamo perso oltre 100 mila presenze, i ristori sono ridicoli calcolati su un dodicesimo, abbiamo avuto l’elemosina. Siamo in forte difficoltà, alcuni non sanno se potranno riaprire».

La manifestazione in piazza a Pesaro

Poi gli ambulanti del mercato e delle fiere: «Il lavoro ci è stato tolto, siamo sconcertati perchè i negozi riaprono cambiando il codice Ateco – dice Valerio Tamburini, rappresentante di oltre 1000 ambulanti – Siamo allo sfascio, non arrivano ristori. Ci è stato negato il lavoro, chiediamo una defiscalizzazione per il 2021, abbiamo mutui da pagare e famiglie da mantenere. Non ce la facciamo più. Non siamo gli untori».

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