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Duro “J’accuse” sull’edilizia scolastica

Il comitato Jesi in Comune attacca l'amministrazione Bacci sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie dei plessi cittadini, segnalando tutte le criticità

JESI – «Non è vero che l’edilizia scolastica è stata una priorità in questi anni. Non è stato così per Savoia, Federico II, Romero, Gemma Perchi, plesso Collodi, Arcobaleno. E l’elenco potrebbe continuare. Nel caso della Lorenzini e del Cepi, poi, il tempo è proprio scaduto». A lanciare il “J’accuse” è Jesi in Comune, il comitato politico di sinistra pronto a dire la sua alle prossime elezioni amministrative.

«Il fatto – tuona il direttivo di Jesi in Comune – è che gran parte delle scuole materne, elementari e medie jesine lamenta problemi in termini di efficienza della struttura o degli impianti. E questo da anni. A fronte di tale situazione, contrariamente a quanto abbiamo letto di recente sui giornali, gli interventi di straordinaria manutenzione di questi ultimi anni sono stati pochi e parziali (Leopardi-isolamento termico, Aquilone e Capannini – messa a norma antincendio, palestra Collodi – sistemazione degli spogliatoi, Mazzini – adeguamento sismico, ma ora ha ceduto il tetto). In questi anni s’è collocata qualche “pezza”, ma non è stato ancora messo in cantiere niente di risolutivo, solo promesse per tempi medio-lunghi. Genitori, insegnanti e dirigenti scolastici continuano a raccogliere segnalazioni e lamentele che sono rimaste sostanzialmente lettera morta e c’è voluto il terremoto per evidenziare l’urgenza degli interventi e costringere l’amministrazione quantomeno ad incontrare quanti sono legittimamente preoccupati».

Jesi in Comune porta quindi l’esempio del Gemma Perchi: «Ci piove dentro da anni. E all’ennesima protesta dei genitori l’unica risposta che dà l’Amministrazione comunale è che si tratta di un problema serio (dunque probabilmente costoso da risolvere), per cui lo si “monitora”. E per quanto? Un “monitoraggio” per capire da dove deriva il problema può essere comprensibile (parlando di un evento atmosferico ricorrente come la pioggia) per qualche mese, per un anno al massimo. Dopodiché si deve decidere il da farsi. E se il problema è serio, ossia se il tetto è da rifare, bisogna preoccuparsi di trovare i fondi tempestivamente, cioè anche prima della campagna elettorale. In questi ultimi giorni il Sindaco è tornato più volte a ricordare la sua “oculata gestione delle risorse”. Jesi in Comune chiede: è così che si gestisce la città? La si lascia cadere a pezzi per poi dire alla cittadinanza, a fine mandato, che si è stati bravi a risparmiare un po’ di denari? Ma poi i nodi vengono al pettine».

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