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Dalle lavatrici a I-Beer. La storia di Giovanna Merloni

La figlia di Antonio Merloni presenta la sua nuova attività imprenditoriale a Fabriano. Nasce così il suo birrificio agricolo, realizzato «inseguendo una passione, da sempre latente»

L'azienda agricola di Collegiglioni

FABRIANO – Dagli elettrodomestici alla birra. Questa la nuova vita imprenditoriale Giovanna Merloni che ha deciso di seguire una passione, sempre latente, e con gran successo, I-Beer.

Giovanna Merloni, è in partenza per il Giappone, segno evidente della buona riuscita della sua nuova attività, come è nata questa idea?
«In molti mi chiedono come è nato il progetto del birrificio e dell’Impresa agricola, credo che, come per tutte le grandi passioni, non ci sia un unica ragione e non ci sia un unico inizio di questa storia. Ho sempre amato il mondo del vino e del cibo, come consumatrice certo, ma soprattutto come degustatrice. Nei miei anni universitari e anche appena iniziato a lavorare, affiancavo ai mie doveri anche gli studi per diventare sommelier e esperta in tecniche di enologia».

Giovanna Merloni e la sua birra artigianale

Perché proprio la birra?
«La birra è nata per caso, da una chiacchierata con un mio collega di lavoro dell’epoca, che attualmente ha lasciato anche lui il mondo degli elettrodomestici per fare i birraio a tempo pieno. Entrambi ci siamo dotati di piccoli impianti per fare birra in casa ed entrambi abbiamo deciso un giorno di investire le nostre risorse in questo affascinate mondo della. Poi abbiamo intrapreso strade diverse, ma questa è un’altra storia. Il caso per me ha voluto che fossi anche proprietaria di terra e, per dare una forma più completa al mio progetto, ho deciso di fondare un birrificio agricolo, in cui il 70% delle materie prime che utilizzo per la produzione, vengono dalle proprietà dell’azienda agricola. Cinque ettari di campi, interamente coltivati ad orzo, un laboratorio per la produzione, una casa colonica attrezzata a punto vendita e sala degustazione, l’accoglienza e la disponibilità, mia e del mio attuale compagno, sono il biglietto da visita di una impresa agricola nascente, che si propone ogni giorno di combinare l’amore per la propria terra di origine, le Marche, con la cura per la qualità dei propri prodotti. Attraverso un intenso lavoro di squadra, selezioniamo accuratamente le materie prime migliori e le sottoponiamo ai trattamenti e ai processi produttivi più qualificati. In questo rigore dei processi forse mi ha aiutato la mia esperienza passata in una multinazionale dove procedure e routines erano strettamente monitorate».

Ci presenta alcuni dei suoi prodotti?
«1104 Bionda: una birra bionda, prodotta con metodo artigianale, non pastorizzata, ad alta fermentazione. Ottima se abbinata con antipasti delicati, formaggi freschi, salumi poco stagionati, piatti a base di carne bianca o pesce. E poi, 3110 Octobeer, in cui la colorazione e il piacevole gusto rotondo derivano dalla infusione, durante i processi fermentativi, di polpa di zucca mantovana».

I-Beer

In conclusione?
«I-Beer, è una linea di birre agricole di grande qualità, realizzate con un processo produttivo in cui si combinano alla perfezione tecnologia e amore per la tradizione. Malti speciali, luppoli, ed altri ingredienti minori, sono selezionati accuratamente per garantire che ogni ricetta si trasformi in un prodotto da assaporare istante dopo istante in una esperienza gustativa unica».

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