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Dalla Puglia all’Emilia Romagna passando per le Marche, presa la banda dei furti di auto

I quattro rubavano le auto in prossimità del tratto autostradale dell’A14. Le indagini sono state coordinate dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata: perquisizioni, dall’alba, tra Cerignola e San Ferdinando di Puglia

MACERATA – Dalla Puglia fino alle Marche e all’Emilia Romagna. Trentasei furti di auto di grossa cilindrata sono stati messi a segno tra i mesi di aprile e settembre scorso: quattro le ordinanze di custodia cautelare in regime di arresto domiciliari nei confronti della banda.

I carabinieri del Comando provinciale di Macerata, guidati dal colonnello Michele Roberti, fin dalle prime ore del mattino (di oggi, 17 dicembre), con la collaborazione dei colleghi dell’Arma di Cerignola (Foggia) stanno dando esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un gruppo pugliese dedito alla commissioni di furti di auto.

Quattro le persone destinatarie della misura degli arresti domiciliari, tre pugliesi e un rumeno, tutti residenti tra Cerignola e San Ferdinando di Puglia, che hanno agito tra aprile e settembre scorso nelle Marche, in Abruzzo e in Emilia Romagna.

Le indagini dell’operazione “Radiator Springs”, coordinate dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Macerata Giovanni Giorgio, sono state condotte dalla Sezione Operativa della Compagnia di Macerata in sinergia con il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Macerata. I provvedimenti chiesti dalla locale procura della Repubblica sono stati accolti dal gip Claudio Bonifazi.

L’attività investigativa ha permesso di appurare che le quattro persone hanno rubato auto di grossa cilindrata, in modo continuativo, in varie località del tratto autostradale dell’A14 che collega il foggiano all’Emilia Romagna.

Trentasei sono i furti scoperti dagli uomini dell’Arma, perpetrati tra Giulianova, Grottammare, Pesaro, Rimini, Cesena e la provincia di Macerata. I militari, dall’alba di questa mattina, hanno effettuato numerose perquisizioni tra Cerignola e San Ferdinando di Puglia rinvenendo anche sei radio portatili ricetrasmittenti, nove telefoni cellulari e un navigatore Tom Tom (dalla cui cronologia sono emersi numerosi passaggi presso le località dei furti).

I FURTI
Il reato contestato ai quattro è quello di concorso in numerosi furti plurimi aggravati in quanto la banda agiva in orari notturni e su beni esposti per necessità alla pubblica fede. Ventiquattro i furti messi a segno nelle Marche: 9 a Macerata, 4 a Civitanova, 7 a Fermo, 2 a Pesaro e 2 ad Ascoli Piceno.

Sette invece in Abruzzo, tutti a Giulianova. Infine 4 in Emilia Romagna tra Rimini (4) e Cesena (1).

LE INDAGINI
Le attività investigative sono iniziate a maggio quando proprio a Macerata sono stati denunciati i primi furti di vetture. I militari hanno così dato il via a una ampia attività di analisi del traffico telefonico, hanno poi proseguito con lo studio del “modus operandi” della banda e hanno passato al setaccio i numerosi filmati delle telecamere di videosorveglianza di Macerata, di alcuni comuni della provincia e dei passaggi dei caselli autostradali.

I carabinieri hanno subito intuito di trovarsi davanti a un caso di pendolarismo criminale dati gli spostamenti e i movimenti “inequivocabili” che i pregiudicati eseguivano. I militari dell’Arma hanno quindi avviato una serie di accertamenti per risalire alla provenienza dei quattro nonché alla destinazione dei veicoli che venivano rubati.
Durante i cinque mesi di indagine i carabinieri hanno anche effettuato numerosi servizi perlustrativi e di prevenzione per arginare il fenomeno predatorio che aveva destato parecchia preoccupazione nella popolazione.
Il carabiniere specializzato del Nucleo Investigativo di Macerata ha poi passato al setaccio più di due milioni di contatti telefonici ed è riuscito ad acquisire il traffico telefonico transitato su tutte le celle di copertura dei luoghi dove erano stati consumati i furti e a localizzare tutte le utenze in uso al gruppo malavitoso mediante una attenta, complessa e scrupolosa analisi di studio e comparazione dei dati tecnici. In questo modo i carabinieri sono riusciti a ricostruire tutti gli spostamenti e i movimenti della banda.

IL MODUS OPERANDI
I quattro usavano sempre la stessa tecnica per i furti. Partivano in tarda nottata da Cerignola, con un’auto “pulita” per raggiungere le uscite dei caselli dell’A14 tra il vicino Abruzzo, le non lontane Marche e addirittura l’Emilia Romagna. A quel punto spegnevano i telefoni per poi riaccenderli a compimento del colpo.
La banda individuava quindi le auto oggetto dell’illecito, principalmente Volkswagen Golf, Up, Tiguan, Audi A3, Seat Leon e Ibiza, e metteva in atto la cosiddetta “centralina modificata”. In poche parole sostituivano la centralina elettronica originale con un’altra contraffatta che permetteva loro di accendere il mezzo dopo aver forzato il blocchetto di accensione.

Messa in moto l’auto, la vettura “pulita” si avviava sulla strada del ritorno precedendo di alcune centinaia di metri l’auto rubata di modo che il conducente del primo mezzo, costantemente al telefono con quello della vettura oggetto del furto, potesse avvisare della presenza di eventuali posti di blocco.
Proprio le chiamate tra i quattro e le immagini delle telecamere di videosorveglianza che riprendevano sempre lo stesso leit motiv hanno incastrato la banda.

DOPO IL FURTO
Una volta rientrata in Puglia, la banda vendeva le vetture ai ricettatori che le smontavano per rivendere poi i pezzi: la località di Cerignola, come appurato dagli investigatori, prolifera di attività commerciali legate al mercato automobilistico come autoricambi, carrozzerie, concessionarie, elettrauto, gommisti. I militari inoltre, lo scorso 30 luglio, hanno rinvenuto sul letto del torrente Carapelle di Cerignola un ingente quantitativo di “carcasse! di auto abbandonate.

IL GUADAGNO
Il primo furto accertato dai militari è avvenuto il 27 febbraio a Civitanova e gli stessi si sono protratti fino a settembre. Il guadagno illecito della banda si aggira sui 500mila euro considerando anche il riciclaggio delle auto rubate.

GLI ARRESTI
Quattro le persone finite in manette. Tre di loro sono pugliesi mentre uno è romeno e tutti risiedono tra Cerignola e San Ferdinando di Puglia.
Per loro sono stati disposti gli arresti domiciliari.

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