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Jesina e Cartellino giallo, Polita: «Querele e precisazioni»

L'ex presidente del club di viale Cavallotti: «Riteniamo di aver costantemente operato nel rispetto della normativa all’epoca esistente, solo dal dicembre 2017 in vigore quella che impone di corrispondere stipendi e rimborsi esclusivamente tramite bonifici o assegni»

JESI – L’ex presidente della Jesina Marco Polita, in qualità di ex socio del club leoncello, rende noto di aver proceduto «in data odierna a inoltrare atto di denunzia-querela (ex art 595 c.p. più altro reato)» nei confronti di alcuni organi di informazione. Il tutto in riferimento a quanto emerso nei giorni scorsi in merito all’operazione Cartellino giallo, che ha visto la Jesina Calcio finire all’attenzione della Guardia di Finanza con accuse relative a irregolarità fiscali che avrebbero riguardato gli anni fra il 2013 e il 2017.

A riguardo, Polita afferma: «Non riteniamo di aver commesso alcun illecito. Solo a partire dall’entrata in vigore delle legge numero 2015 del 27 dicembre 2017, la normativa ha imposto di corrispondere stipendi e rimborsi a dipendenti e collaboratori esclusivamente tramite bonifici o assegni. Prima di quella data, già a partire dal 2013/14 avevamo via via cominciato a fare sempre meno ricorso all’utilizzo di contanti per la corresponsione dei rimborsi, che si è poi mano a mano quasi esclusivamente svolta negli anni successivi con assegni o tramite home banking. Riteniamo dunque di aver costantemente operato nel rispetto della normativa all’epoca esistente e poi di quella successivamente entrata in vigore del 2017. Peraltro, siamo in possesso di tutti i Cud, fra i cinquanta e i sessanta per ciascuna stagione, annualmente rilasciati a tutti i calciatori, tecnici e collaboratori della società».

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