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‘Untore’ dell’Hiv, le analisi: «Claudio Pinti incompatibile con il carcere»

L'esito sarà trasmesso ora al gip al quale gli avvocati della difesa hanno fatto istanza di scarcerazione. I legali avevano interpellato anche il garante dei detenuti per le cartelle cliniche che non arrivavano

Claudio Pinti

ANCONA – Arrivato l’esito delle analisi su Claudio Pinti. Le condizioni di salute del presunto untore dell’Hiv sono incompatibili con la permanenza in carcere. L’arrivo della cartella clinica è stata comunicata oggi, dal tribunale, agli avvocati della difesa che avevano già fatto richiesta alla casa circondariale di Montacuto e all’ospedale di Torrette. Non ricevendo risposte l’avvocato Alessandra Tatò (che tutela Pinti insieme al l’avvocato Andrea Tassi) si era rivolta, nei giorni scorsi, anche al garante dei detenuti Andrea Nobili attraverso una richiesta di intervento scritta. Il garante aveva subito contattato il carcere dove il 36enne è recluso dal 12 giugno scorso con l’accusa di lesioni personali dolose gravissime e omicidio volontario. Il prelievo di sangue per le analisi era stato fatto dopo l’arresto, per accertare lo stato di salute di Pinti visto che, dalle indagini della squadra mobile che hanno fatto poi scattare l’arresto, l’uomo avrebbe contratto l’Hiv almeno nove anni fa senza effettuare delle cure specifiche ma negando piuttosto la malattia. L’esito sarà trasmesso ora al gip che farà istanza di scarcerazione. Per l’autotrasportatore di Montecarotto potrebbero essere disposti i domiciliari o il trasferimento in una struttura sanitaria adeguata.

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