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“Affitta una stanza?”, ecco come agiva la banda rom che derubava gli anziani

Ventuno colpi in 5 mesi poi ieri l'arresto dei carabinieri. L'indagine "Go away" è partita dai militari di Numana con la Compagnia di Osimo per una rapina ai danni di una 80enne. Contestato furti in mezza Italia

Il comandante provinciale Carrozza con il maggiore Luigi Ciccarelli della Compagnia di Osimo

ANCONA – Si spostavano a bordo di auto prese a noleggio e raggiungevano le cittadine prendendo di mira anziani soli e facili da abbindolare. “Affitta una stanza?”, così le vittime venivano avvicinate per farsi aprire la porta e rubare loro in casa (leggi l’articolo). A far scoprire la banda è stata una rapina commessa il 29 marzo a Sirolo. In due, un uomo e una donna, erano riusciti a prendere 500 euro in casa di una 80enne che aveva aperto con fiducia al volto femminile che le aveva chiesto se c’era una casa o una stanza in affitto nella palazzina. L’arrivo della figlia dell’anziana aveva fatto mettere in fuga i ladri ma non prima di aver sbattuto la donna al muro mentre cercava di bloccare i malviventi che avevano abbindolato la madre 80enne.

Da quella descrizione i carabinieri della stazione di Numana, insieme alla Compagnia di Osimo guidata dal maggiore Luigi Ciccarelli, hanno avviato una indagine denominando l’operazione “Go away” e arrivando a sgominare la banda. In manette, in applicazione della custodia cautelare in carcere firmata dal gip Antonella Marrone, su richiesta del pm Rosario Lioniello, sono finiti F.M., 48 anni, J.M, 20 anni e D. S., 20 anni. Due uomini e una donna, tutti residenti nel Lazio. Contestata l’associazione a delinquere finalizzata a furti pluriaggravati e rapina. Al gruppetto sono stati attribuiti 21 colpi in tutta Italia di cui uno a Senigallia il 10 gennaio, uno a Mondolfo nella stessa data, uno ad Ancona il 27 aprile e quello a Sirolo del 29 marzo. Questi per quanto riguarda le Marche. Altri colpi sono contestati in mezza Italia e oltre agli arresti c’è una quarta donna che per ora è stata per ora solo denunciata.

Le città colpite dai furti della banda arrestata

I carabinieri hanno fatto cinque mesi di indagine e sono riusciti a risalire ai tre (due erano già ai domiciliari per fatti analoghi commessi nella provincia di Lecce, si tratta della donna 20enne D.S. e di J.M. stessa età) grazie alle celle telefoniche di cellulari usati durante i colpi e dalla targa delle auto prese a noleggio da una società romana poi riconducibile al gruppetto. I cellulari, benché intestati ad ignari utenti di origine senegalese, sono stati trovati in loro possesso. Due i modi in cui agiva la banda: uno commettendo veri furti in case dove non c’era nessuno ed entrando quindi o dalle finestre o dalle porte forzate e il secondo era abbordare gli anziani suonando al campanello di casa e fingendo di chiedere informazioni sugli affitti.

A suonare sarebbe stata sempre una figura femminile che poi apriva la strada ai complici che entravano mentre lei distraeva la vittima rubando soldi e oro. In due colpi hanno portato via merce per 30mila euro di valore. In tutto il bottino dei 21 colpi si aggira attorno a 150mila euro. Gli arrestati si trovano al carcere di Rebibbia. Le altre città colpite sono state Terni, L’Aquila, Ravenna, Rimini, Firenze, Pisa, Treviso, Gorizia e Udine.

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