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Crisi Cooss Marche, il Cda ci ripensa e ritira il taglio di stipendi e tredicesima

Le misure per fronteggiare il crollo del fatturato saranno riviste per non penalizzare i lavoratori. Il sindacato Usb chiede a presidente e cda di farsi da parte

Una manifestazione dei lavoratori Cooss Marche

ANCONA – Misure anti-crisi alla Cooss Marche, i vertici ci ripensano. Nonostante la vittoria del sì ai tagli di stipendio e tredicesima, sembra che il Consiglio di Amministrazione della cooperativa, che dà lavoro a circa 3000 persone nelle Marche, sia intenzionato a ritirare la delibera per proporne un’altra più “morbida”, meno penalizzante per gli stessi collaboratori disposti a sacrificare parte del compenso per salvare la propria “azienda”.

«La Cooperativa Cooss Marche, in relazione al risultato delle votazioni conseguito in occasione dell’Assemblea dei Soci tenutasi in data 30 giugno, consapevole degli effetti economici della proposta di contenimento dei costi d’esercizio, approvata a maggioranza, ma soprattutto del fatto che in tale consesso molti soci hanno espresso parere contrario – spiega il presidente Amedeo Duranti – si è attivata senza indugio per ridurre, se non evitare, gli effetti negativi conseguenti lo stato di crisi, ricorrendo a tutti i canali istituzionali conosciuti, al fine di dar seguito alle numerose proposte alternative pervenute dall’azionariato e da molti altri interlocutori locali, di vagliare possibili soluzioni alternative. In tale scenario, con l’auspicio del buon esito delle trattative in corso con gli Enti Locali, le Istituzioni Regionali e con le suddette Organizzazioni Sindacali, è specifico intendimento della Cooperativa valutare a breve, attraverso una nuova consultazione assembleare, sottoponendo al voto dei Soci, nuove soluzioni migliorative in grado di attenuare l’impatto economico del provvedimento assunto dall’Organo deliberante della Cooperativa su proposta degli Amministratori».

A confermarlo è anche il sindacato Usb, l’unico ad aver apertamente invitato i propri iscritti a votare No alle decurtazioni. «Se un Consiglio di Amministrazione che ad una settimana da un voto contrastato e punitivo nei confronti dei suoi dipendenti, dopo che avevamo chiesto ripetutamente di non portare la delibera in assemblea, si appresta a presentarne un’altra che sconfessa la prima, è ancora credibile? – la presa di posizione dell’Unione Sindacati di Base -. Per noi la risposta alla domanda retorica posta sopra è la seguente: il presidente e il cda mostrano chiaramente che non sono più credibili verso i soci-Lavoratori e anche verso le istituzioni pertanto sarebbe bene che facciano un passo indietro. La Dirigenza di Cooss ha costruito un percorso con le pre-assemblee dove espressamente si è sostenuto che le misure di compressione dei salari erano irremovibili, creando paure e ansie a tutti i soci-lavoratori e a chi ha votato No. Ma ora si propongono soluzioni alternative per paura di possibili azioni legali. Noi abbiamo già chiesto ai nostri avvocati di valutare tutte le azioni possibili per invalidare la delibera approvata in assemblea e andremo avanti comunque anche se ci saranno proposte migliorative».

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A detta dell’Usb, «il passo indietro è merito di chi ha creduto, lottato, senza paura e timore per cambiare in meglio la propria condizione lavorativa e che ha saputo dare una lezione di dignità dicendo: noi non siamo d’accordo! Chiediamo inoltre che lo svolgimento delle prossime assemblee sia un luogo di confronto e di dibattito dove ognuno possa ascoltare e interviene liberamente e che la fase di voto sia più semplice e trasparente possibile, come la legge prevede».

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