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Cresce la protesta contro il Biodigestore di Force. Imprese agricole: «Valdaso a rischio»

Dopo le proteste dei sindaci e dei comitati del comprensorio, anche Coldiretti chiede spiegazioni sull'impianto di trattamento dei rifiuti liquidi, che ha avuto parere favorevole dalla Regione Marche. Il Comune di Force pronto a sfilarsi dal progetto

Il paese di Force (Foto: Marchexperience)

ASCOLI PICENO – Anche gli imprenditori agricoli delle province di Ascoli e di Fermo vogliono chiarezza sul progetto del Biodigestore di San Salvatore di Force (AP). L’impianto di trattamento dei rifiuti liquidi, che il 20 gennaio ha ricevuto un parere favorevole dalla Regione Marche e che un’azienda privata vorrebbe costruire nella zona industriale del paese, vicino alla Valdaso, ha già incontrato forti opposizioni di cittadini, associazioni e anche sindaci del comprensorio collinare al confine tra le due province del sud delle Marche.

Molti amministratori dei comuni locali hanno partecipato a una manifestazione pubblica tenutasi nei giorni scorsi per contestare il progetto dell’impianto. Tra essi i sindaci di Carassai, Campofilone, Montalto, Ortezzano, Rotella e Petritoli. Quest’ultimo, Luca Pezzani, nell’occasione ha denunciato il rischio che il biodigestore possa provocare «uno scempio» del territorio, a causa del passaggio di decine di camion al giorno per il trasporto di migliaia di tonnellate di rifiuti di Ascoli e Fermo. Altri amministratori hanno sottolineato il fatto che ci sono altre zone più adatte della Valdaso ad ospitare l’impianto.

Una Valdaso che oltre ad essere ancora intatta, da un punto di vista ambientale e paesaggistico vede lavorare nel suo comprensorio 1200 aziende agricole (617 nell’Ascolano, il resto nel Fermano) dedite soprattutto alla coltivazione di frutta e ortaggi, oltre che vino ed olio.

E proprio queste imprese, attive in una produzione alimentare sana e di qualità che è anche un fiore all’occhiello dell’economia agroalimentare marchigiana, cominciano a preoccuparsi del possibile impatto che il Biodigestore potrebbe provocare sull’area circostante e sui loro prodotti.

La Federazione interprovinciale di Coldiretti Ascoli Fermo ha raccolto le loro perplessità in relazione al progetto, in attesa di poter avere chiarimenti dalle istituzioni preposte.

«Le aziende agricole presenti – sostengono Armando Marconi e Milena Sanna, presidente e direttore dell’associazione – chiedono alla politica, anzitutto, di essere informate. Noi, con loro, ci riserviamo dall’esprimere una valutazione nel merito perché al momento sono davvero troppo pochi i dati che abbiamo a disposizione. Il dubbio (legittimo) è questa attività potrebbe non essere compatibile con un territorio che negli anni ha trovato nelle produzioni agricole di qualità, biologiche, altamente sostenibili, nella bellezza del paesaggio e nel turismo gli sviluppi della propria economia».

Dichiara in proposito il sindaco di Force, Augusto Curti (Pd): «Il progetto tecnico è stato presentato da un’azienda milanese e riguarda l’acquisto di un terreno non di proprietà comunale. È stato emesso un parere favorevole del Servizio ambiente della Regione Marche, ma per il momento l’amministrazione provinciale di Ascoli (a guida Pd, ndr), a cui è delegata una parte dell’iter procedurale, ha solo tenuto una conferenza dei servizi sulla questione, e non altro. Naturalmente – conclude Curti – se la maggioranza degli amministratori e delle forze sociali del territorio è contraria all’impianto, il Comune di Force non può che unirsi ad esse».

Dalla Provincia di Ascoli nessun commento sulla vicenda. È il caso di ricordare infine che l’Associazione di Tutela e Valorizzazione della Valdaso ha promosso una raccolte di firme contro l’impianto di trattamento dei rifiuti.

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