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Crac Banca Marche, il tribunale: «Sequestrate 15 milioni agli ex vertici di Medioleasing»

Accolta la richiesta di Nbm. L'ordinanza è stata emessa sabato (2 dicembre), congelando così beni mobili, immobili e crediti, nei confronti di Michele Ambrosini, Giuseppe Barchiesi, Massimo Bianconi, Lauro Costa, Claudio Dell'Aquila e Tonino Perini. Solo Perini e Barchiesi possiedono patrimoni da cui attingere. Gli altri non hanno più nulla

Il centro direzionale di Nuova Banca Marche a Jesi

ANCONA – Ordinanza del tribunale per il sequestro conservativo fino a 15 milioni di euro agli ex vertici di Medioleasing per il crac Banca Marche. È stata emessa sabato (2 dicembre), congelando così beni mobili, immobili e crediti, nei confronti di Michele Ambrosini, Giuseppe Barchiesi, Massimo Bianconi, Lauro Costa, Claudio Dell’Aquila e Tonino Perini. Il Tribunale di Ancona-Sezione imprese ha accolto il reclamo di Nuova Banca Marche (l’ente ponte dopo il fallimento di BM), dove Medioleasing confluì dopo la fase di amministrazione straordinaria, nell’azione di responsabilità civile da più di 84 milioni di euro e promossa dall’amministrazione straordinaria di Medioleasing dopo il crac. Difficile però che il sequestro arrivi a saldare la cifra sperata visto che i patrimoni oggetto dell’ordinanza sono inidonei, per consistenza e natura, a veder soddisfare il credito reclamato. In particolare gli unici patrimoni da cui attingere sono quelli di Barchiesi e Perini.

L’ordinanza per il sequestro conservativo è stata emessa dal collegio dei giudici Francesca Miconi, Francesca Ercolini e Maria Letizia Mantovani. Al provvedimento cautelare reale non è possibile fare ricorso, può essere solo revocato se mutassero le condizioni. Nuova Banca Marche ha proposto reclamo all’ordinanza del 27 marzo 2017 con cui il giudice Di Tano ha rigettato il ricorso per sequestro conservativo in corso di causa proposto da Medioleasing Spa sempre nei confronti dei 6 ex vertici.

Inizialmente la causa era stata intentata a carico di nove persone tra cui anche alcuni sindaci revisori e la società di revisione PriceWaterhouse Coopers che non rientrano però tra i destinatari della richiesta di sequestro. In primo grado il giudice Di Tano aveva respinto l’istanza per mancanza di pericolo nelle more del giudizio. Circostanza invece che è stata ribaltata dalla sentenza sul reclamo. Le difese degli indagati hanno avanzato eccezione di pregiudizialità penale, per la contemporanea presenza del procedimento penale in corso, e il Tribunale ha rinviato il merito al prossimo 26 febbraio.

I SEQUESTRI. Si punta ai patrimoni ma ci sarà poco da prendere. Barchiesi Giuseppe, direttore generale dal 28 febbraio 2005 al 31 ottobre 2012, risulta proprietario di un’abitazione, un ufficio, due rimesse e quattro terreni in comproprietà a Castelfidardo. Tonino Perini, presidente Cda dal 28 febbraio 2005 al 31 agosto 2006 e componente Cda dall’11 settembre 2006 al 9 maggio 2012, risulta comproprietario per 1/6 di una casa popolare e comproprietario per due aree urbane in provincia di Ancona. Gli altri non hanno nulla da cui attingere. Lauro Costa, presidente Cda dall’11 settembre 2006 al 12 maggio 2009 e componente Cda dal 13 maggio 2009 al 20 maggio 2012, non risulta proprietario di beni appetibili. Michele Ambrosini, componente Cda dal 13 maggio 2009 al 20 maggio 2012, risulta proprietario di un appartamento a Pesaro conferito però in fondo patrimoniale il 20 marzo del 2013. Massimo Bianconi, componente del Cda dal 28 maggio 2005 al 20 maggio 2012, risulta proprietario di due immobili a Norcia ma lesionati a seguito del sisma. Claudio Dell’Aquila, consigliere dal 24 febbraio 2005 al 20 maggio 2012, risulta proprietario solo per una piccola parte di due abitazioni ad Ancona e Roma, avendo conferito ulteriori beni in un fondo patrimoniale costituito il 5 settembre 2013.

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