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Covid, l’ospedale Carlo Urbani è al limite. L’appello del sindaco alla Regione

Massimo Bacci chiede all’Asur Marche di trovare nuovi posti letto sul territorio e consentire al nosocomio cittadino di respirare

Il presidente regionale Acquaroli in visita all'ospedale Carlo Urbani di Jesi assieme al sindaco Massimo Bacci

JESI – Un’ottantina di pazienti Covid ricoverati all’ospedale Carlo Urbani, fra la terapia intensiva e i reparti ordinari adibiti a fronteggiare l’epidemia. Una situazione sempre più complicata per gli operatori sanitari, se si considera che l’ospedale regionale di Torrette sta ospitando un numero di malati di poco superiore, nonostante le dimensioni e le risorse umane a disposizione.

A tale proposito, si è già fatta sentire l’assessore alla sanità, Marialuisa Quaglieri, auspicando che «le autorità sanitarie prendano presto consapevolezza di tale criticità che rischia di minare la normale attività del Carlo Urbani a favore di pazienti affetti da altre gravi patologie, procedendo ad una equa ridistribuzione dei soggetti Covid nei vari ospedali marchigiani».

Ora si fa sentire anche il sindaco Massimo Bacci: «Il quadro è particolarmente preoccupante – sostiene -. Il numero dei ricoveri è un indicatore chegià la dice lunga, oltre ai positivi sul territorio. Abbiamo chiesto ufficialmente all’Asur Marche di trovare nuovi posti letto Covid che non siano quelli del Carlo Urbani. Rischiamo di bloccare tutte le altre prestazioni mediche. Speriamo di essere ascoltati, anche perché non è la prima volta che lo segnaliamo. C’è bisogno di una distribuzione equa dei pazienti, che non si sta verificando. Possibilmente, in tempi rapidi. Se questo trend non muta, se non si interviene, rischiamo che la normale assistenza ospedaliera non riguardante il coronavirus venga meno. Almeno il 30% dei positivi ricoverati, da quanto ci risulta, proviene da altri territori. Non siamo ovviamente contrari, ma una riorganizzazione immediata è doverosa».

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