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Covid, doppio esposto Ordine e sindacati infermieri contro Area Vasta 5 Ascoli

Per l'Ordine provinciale e il Nursind mancano le condizioni di sicurezza nei Pronto Soccorso. La risposta del direttore Av5, Milani: «La pressione sugli ospedali sta diminuendo ed è stata aperta la struttura di Ripatransone»

Il Pronto Soccorso dell'ospedale di Ascoli

ASCOLI PICENO – Un esposto già presentato ed un altro in arrivo nelle prossime ore. L’Area Vasta 5 dell’Asur sotto attacco da parte sia dell’Ordine che del sindacato degli infermieri Nursind di Ascoli, per le condizioni difficili in cui lavorerebbero gli operatori sanitari nei reparti di Pronto soccorso e in quelli adibiti all’emergenza covid nei due ospedali del Piceno.

L’Ordine provinciale degli infermieri ha spedito alla Procura e ai carabinieri una denuncia per segnalare quello che sta accadendo nel 118 e nella struttura di primo soccorso ai malati, al Madonna del Soccorso di San Benedetto. Tre pagine per informare le autorità su una gestione del servizio che, secondo l’Ordine non garantirebbe sicurezza agli infermieri e al personale operante, a causa del non rispetto di procedure differenziate per pazienti contagiati dal virus e non.

L’altro esposto lo sta preparando invece e a breve lo invierà alla magistratura ascolana il Nursind provinciale, sindacato degli infermieri professionali. Qui la denuncia riguarda sia la situazione del Pronto soccorso che dei locali del Dipartimento di emergenza del Mazzoni di Ascoli. E concerne sia i rischi che secondo l’organizzazione starebbero correndo gli operatori sanitari impegnati nei servizi in questione – medici, infermieri, Oss – ma anche le condizioni di 13 pazienti covid ricoverati nel nosocomio, al primo piano della struttura. «Siamo molto preoccupati perchè nella sanità i contagi stanno aumentando e non diminuendo – afferma Maurizio Pelosi, segretario del Nursind – e a fronte di questo non si fa il necessario per garantire la sicurezza del personale in prima linea in questa battaglia. Ma nell’ esposto – aggiunge – vogliamo segnalare anche le condizioni precarie in cui sono ospitati i malati con il virus, all’interno dell’ospedale. Finestre aperte nel locale e scarsa privacy per i pazienti che si trovano affetti da questa preoccupante infezione polmonare. Occorre intervenire».

Per il segretario provinciale del sindacato infermieri sono da censurare anche i metodi con i quali la direzione sanitaria impiega i giovani neolaureati nei reparti a rischio, non garantendo condizioni di lavoro sicure.

Il direttore generale dell’Area Vasta 5, Cesare Milani

A tutte le accuse risponde il direttore generale dell’Area Vasta 5, Cesare Milani: «Io capisco l’esasperazione degli infermieri che da 2 mesi lavoravano senza sosta in un situazione di alta tensione, a causa dell’emergenza covid. Ma devo dire che il quadro generale sta già migliorando e la pressione esterna sui Pronto Soccorso sta diminuendo sensibilmente negli ultimi giorni. Quanto al reparto precovid di Ascoli – aggiunge Milani – è chiaro che i pazienti a rischio che vi sono assistiti devono attendere i risultati dei test prima che i sanitari comprendano le loro condizioni cliniche e decidano dove ricoverarli, se in altri reparti del Mazzoni o a San Benedetto. Ora si è attivata anche la struttura di Ripatransone e questo consentirà di liberare molti posti. Per il resto – conclude il direttore – i percorsi di accoglienza hanno sempre garantito la sicurezza necessaria: ma voglio ricordare che il virus circola ancora in tutto il territorio, non solo negli ospedali…».

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