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Corinaldo, cinta muraria sotto osservazione

Dopo i crolli, la pandemia e i lupi comparsi in campagna, Principi e la giunta sono al centro di attacchi anche personali: «Odio digitale che sperimentiamo sulla nostra pelle»

Altre crepe sulle mura storiche di Corinaldo
Altre crepe sulle mura storiche di Corinaldo

CORINALDO – Continua senza sosta il monitoraggio 24 ore al giorno sulla porzione di cinta muraria di Corinaldo lungo via del Fosso. Il tratto, dove un mese fa si era verificato il primo crollo, è da settimane sotto stretta osservazione. Nel frattempo, però, aumentano anche le polemiche, dato l’aggravarsi della situazione.

Nei giorni scorsi, infatti, si sono create altre crepe con limitati e parziali distacchi di materiale dalle storiche mura. Tanto spazio da far intravedere il terreno sottostante ma non abbastanza per far passare la speranza che non crolli l’intero tratto di circa 50 metri (per 10 di altezza) interessato dal cedimento.

Al momento non si è registrato «alcun nuovo movimento» rispetto a quelli verificatisi nelle giornate del 12 e 13 marzo. Ciò che invece si è mossa e con tanto rumore è la polemica per la gestione della cinta muraria, bene architettonico simbolo del paese in tutta la nazione.

Lo stesso sindaco di Corinaldo, Matteo Principi, critico verso chi fa rumore anche a discapito del contenuto affermato, ha voluto però indicare un atteggiamento più adeguato per affrontare questo momento di difficoltà. Oltre alla pandemia e al percorso giudiziario per la Lanterna Azzurra che sta per iniziare, «stiamo scoprendo la fragilità della cinta muraria su cui le varie amministrazioni comunali di mezzo secolo, noi compresi, non sono riuscite a identificare con chiarezza le problematiche».

Mentre il progetto per la messa in sicurezza della cinta muraria arriverà a breve, assicura Principi, c’è un «clima di tensione sociale che diventa “odio digitale” e che sperimentiamo sulla nostra pelle anche negli ultimi giorni». Persino la comparsa dei lupi nelle nostre campagne è diventata il pretesto per attacchi personali.

«Di fronte a questo scenario cerchiamo con fatica di mantenere la lucidità necessaria – dice Principi -. E il silenzio, inteso come ascolto e riflessione, è l’atteggiamento che più di altri in questa fase crediamo utile, con l’umiltà di “sapere di non sapere” di fronte a problematiche tecniche, mediche, scientifiche più grandi di noi. Un atteggiamento non di fuga dalla realtà ma di attenzione al momento presente, al lavoro e agli sforzi messi in campo e di apertura al dialogo».

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