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I consiglieri della Lega Pesaro: «Qual è lo stato di salute e la liquidità del trasporto pubblico?»

Obiettivo del gruppo politico è approfondire alcune manovre di Ami: «Hanno percepito i trasferimenti, ma hanno attinto dal fondo sostegno al reddito»

Autobus, trasporto scolastico, trasporto pubblico locale
Autobus (foto di repertorio)

PESARO – I consiglieri della Lega Pesaro hanno depositato una interrogazione per conoscere la situazione dell’Ami, Azienda del trasporto pubblico locale, dopo il confinamento che ha costretto molti bus nei capannoni.

«Lo stato di emergenza ha determinato, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, un’importante riduzione del servizio di trasporto pubblico urbano ed extra urbano. Durante il periodo di blocco delle attività, la Società Ami s.p.a., cui è affidato il servizio di Tpl, ha posto in essere una serie di operazioni, dalla richiesta di accesso al fondo bilaterale di solidarietà per il sostegno al reddito del personale delle aziende di trasporto pubblico (FIBS), equivalente della cassa integrazione, all’eliminazione delle tabelle orarie cui tutte le postazioni di fermata e salita passeggeri sono dotate, allo spostamento del giorno di conferimento della retribuzione mensile ai dipendenti. Per questo chiediamo ben più di un chiarimento, sia a tutela della utenza che a tutela del personale autista Ami».

A dirlo i consiglieri Roberto Biagiotti, Giovanni Dallasta, Francesco Totaro, Andrea Marchionni e Dario Andreolli.

I consiglieri dicono che «nonostante l’attenuarsi delle disposizioni restrittive, il servizio di TPL non ha ripreso la normale attività di trasporto e in alcuni casi senza adeguata comunicazione. Caso emblematico è rappresentato dalla linea Circolare Sinistra, deputata a copertura della tratta Pesaro-Urbino. Ebbene, alcune corse giornaliere, senza che vi sia segnalazione alcuna, anche in virtù della mancanza delle tabelle orarie nelle aree di fermata, effettuano deviazioni del percorso e del capolinea tal che, l’utente ignaro, viene trasportato in luoghi totalmente diversi dalla destinazione voluta».

«Sotto il profilo economico, risulta che la Società Ami abbia percepito, nei mesi di lockdown, i rimborsi regionali (conferiti anche per il tramite del Comune di Pesaro) in misura uguale rispetto a una situazione di normalità. Sul sito internet della Regione Marche emerge che per il mese di marzo 2020 è stata stanziata la somma complessiva di 3.685.094,08 a copertura del servizio di trasporto extraurbano ed analogo importo è stato liquidato nel mese di aprile 2020.

Dal mese di aprile 2020, la direzione Ami s.p.a. ha modificato, ancora una volta d’imperio, il giorno di corresponsione dello stipendio mensile ai suoi dipendenti, passando dal 27 del mese all’attuale 10. L’impatto, sulla vita del singolo lavoratore, in caso di conferma della modifica della corresponsione del salario, sarebbe significativo: ciascun dipendente dovrebbe attivarsi per modificare le date delle scadenze mensili (si pensi ai lavoratori separati con figli oppure ai titolari di mutuo) addossandosi dei costi difficilmente compensabili».

Motivi per cui i consiglieri chiedono «quale sia l’attuale stato di “salute” della Società Ami, lo stato di liquidità. Perché Ami ha richiesto l’accesso al fondo bilaterale per il personale autista benché i corrispettivi siano stati liquidati normalmente dalla Regione e dai Comuni? E ancora per quale motivo sono state smantellate le tabelle orarie dalle fermate? Chiediamo risposte anche sulla ripresa del servizio».

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