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Confcommercio Pesaro e Urbino: «Attività chiuse fino a metà aprile? È una follia»

Duro il direttore Amerigo Varotti: «Ci si accanisce su alcuni settori chiusi da mesi, che non favoriscono i contagi visto che questi purtroppo aumentano. Forse ci sono luoghi di lavoro di serie A e aziende che possono cessare nell'indifferenza»

PESARO – Negozi chiusi fino a metà aprile, per Confcommercio è una follia. «Dalle indiscrezioni e dalle mezze dichiarazioni del presidente Draghi e di altri esponenti del Governo “dei migliori” si intuisce la volontà di prorogare almeno fino a metà aprile con la chiusura di ristoranti, pubblici esercizi, palestre, musei, spettacoli – spiega il direttore di Confcommercio Pesaro e Urbino Amerigo Varotti -. È una follia che non tiene in assoluta considerazione alcuni fattori. Ci sono tantissime attività imprenditoriali aperte e che non hanno mai subito restrizioni (fabbriche, ipermercati, trasporti, servizi e terziario, sport professionistico) mentre ci si accanisce con settori che hanno dimostrato – nelle poche settimane di apertura (anche parziale) – di poter lavorare nel rispetto delle disposizioni anti Covid emanate dalle autorità».

Amerigo Varotti, direttore Confcommercio

Per Varotti «i contagi e i morti purtroppo aumentano mentre quelle attività contro cui si accanisce il Governo sono chiuse da mesi (alcune da tantissimi mesi). Cioè, non sono queste attività a favorire la trasmissione del virus. Mentre ci sono decine di casi di fabbriche e altre attività al cui interno sono stati riscontrati numerosi casi positivi che non hanno mai subito chiusure. Forse ci sono luoghi di lavoro di serie A e aziende che possono cessare (= morire) nell’indifferenza della politica».

Niente cambio di passo dunque: «È evidente l’incapacità del Governo. Costringono alla chiusura molte imprese e assegnano ristori e aiuti vergognosi, elemosine che peraltro molti non saranno in grado di ricevere vista l’assurdità dei parametri previsti dal Governo».

Poi il capitolo turismo: «Stanno uccidendo il turismo, che è l’unica risorsa nazionale per lo sviluppo del Paese, vietando i viaggi tra le regioni. Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra, e il governo ha invece autorizzato i viaggi oltre confine per le vacanze pasquali – per le persone munite di certificazione attestante l’avvenuta vaccinazione o il risultato negativo di un test molecolare o antigenico o il risultato di un test sierologico che dimostri di essere guariti dalla malattia. Non si capisce perché ciò che è consentito se si va all’estero non debba essere consentito anche ai viaggi in Italia così come alle possibilità di frequentare terme, riunioni, manifestazioni fieristiche».

L’ultima critica per i «ritardi pesanti della campagna vaccinale che mettono a rischio la prossima stagione. Non è accettabile – e siamo stufi di essere presi in giro – che si vada nelle piazze e sulla stampa a predicare “aperture” e poi si approvano al Governo o in Parlamento decreti o scelte che vanno nella direzione opposta. Siamo rispettosi della legge, abbiamo sopportato chiusure e costi ma non amiamo essere presi in giro».

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