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Commercio e artigianato, in calo le attività

Secondo lo studio sul 2016 della Cna di Fabriano sui due comparti, i numeri sono ancora negativi. Sono 3.916 le imprese, l’1,4% in meno rispetto al 2015

Operaio metalmeccanico

FABRIANO – Il 2016, altro annus horribilis per il tessuto imprenditoriale del comprensorio fabrianese. Sono sei le imprese – attive nell’ambito del commercio e dell’artigianato – che hanno chiuso ogni settimana dello scorso anno. A scattare la fotografia, la Cna che ha, dunque, rivelato la situazione delle imprese dell’artigianato e del commercio sottoposte a una crisi continua che non ha lasciato spazio alla ripresa economica.

«Nell’area montana del fabrianese – spiega Andrea Riccardi Segretario territoriale della Cna – il 2016 ha portato a una diminuzione del tessuto imprenditoriale di 55 imprese attive: nel 2015 le imprese attive erano 3.971, mentre nel 2016 sono scese a 3.916, l’1,4% in meno rispetto al 2015». Secondo lo studio l’area di Fabriano ha risentito del protrarsi della crisi in modo più marcato rispetto al complesso provinciale, dove le perdite di imprese sono state pari a 362 unità, pari al -0,9%.

Nel fabrianese le perdite di imprese si concentrano nell’agricoltura (-52 imprese pari al -5,0%), nelle attività immobiliari (-11, -6,4%), nel commercio e nei trasporti (rispettivamente -5 e -8 imprese). «Sono cresciute di numero le imprese dei settori alloggio e ristorazione (+6, +2,5%) – prosegue Giovanni Dini direttore Ufficio Studi Cna Marche – e quelle dei servizi di informazione e comunicazione (+5, +6,8%); sanità e assistenza sociale (+3) e attività artistiche sportive di intrattenimento (+4). Più importante è sottolineare che i settori manifatturiero e delle costruzioni hanno entrambi smesso di perdere imprese e registrano una lieve, ma positiva inversione di tendenza, aumentando di poche unità il tessuto delle imprese attive».

Cna ha fatto un confronto con i comuni dell’area montana: Fabriano e Sassoferrato perdono entrambi 22 imprese attive (a Fabriano nel 2016 sono 2.407 contro le 2.429 del 2015, mentre a Sassoferrato sono 701 nel 2016 e 723 nel 2015); Serra San Quirico ne perde 7 (308 contro 315) Genga ne perde 6 (215 contro 221), l’unico comune a segnare un più è Cerreto D’Esi che aumenta di 2 unità (285 nel 2016 e 283 nel 2015).
Ma se si confrontano i dati sulle nuove imprese, considerando le aperture e le cessazioni, si intravedo timidi segnali di un rinnovato dinamismo in ingresso di nuove esperienze imprenditoriali: 270 nuove imprese iscritte nel corso del 2016 in tutta l’area, 173 solo nel comune di Fabriano. Anche se per l’ennesima volta, le cessazioni superano il numero delle aperture: 317, di cui 191 nel comune di Fabriano, per un saldo di -47 unità se si considera il complesso dell’area.

«I saldi negativi tra nuove imprese e cessazioni non coincidono con le variazioni delle attive – precisa Giovanni Dini – perché riguardano le imprese registrate, alcune delle quali non sono attive, e perché le cessazioni comprendono anche le cancellazioni d’ufficio, che riguardano ad esempio casi di imprese già da tempo inattive». In altre parole, nuove opportunità si manifestano, ma prevalgono ancora i casi di difficoltà insormontabili.

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