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Civitanova Marche, giù le saracinesche per due negozi di cannabis

L’operazione, disposta dal Questore di Macerata, Pignataro, rientra nell’ambito di una vasta attività di contrasto alla commercializzazione di prodotti a base di cannabis. I due titolari sono stati denunciati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti

CIVITANOVA MARCHE – Prosegue l’intensa attività di controllo disposta dal Questore di Macerata Antonio Pignataro sulla commercializzazione della cosiddetta cannabis legale. Proprio questa mattina, 9 maggio, due negozi di cannabis hanno chiuso i battenti a Civitanova Marche. I poliziotti hanno denunciato i due titolari per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le attività resteranno chiuse per 15 giorni.

Un’operazione, che rientra nell’ambito di una articolata attività di repressione e contrasto delle sostanze stupefacenti avviata dal Questore anche in seguito alle segnalazioni da parte di alcuni genitori preoccupati per i loro figli. Proliferano, infatti, gli shop che commercializzano prodotti alimentari a base di cannabis tra i quali quelli contenenti infiorescenze, resine ed oli estratti dalla pianta e pubblicizzati come leciti e di libero acquisto.

Uno dei negozi chiusi dalla Polizia

In realtà però il Testo Unico sugli stupefacenti (D.P.R. 309/90 e successive modifiche) «non ha mai indicato alcun limite per le preparazioni considerate stupefacenti e inserite nella tabella 2 (foglie e infiorescenze di cannabis, resina di cannabis, olio di cannabis)», spiegano dalla Questura di Macerata. È prassi riferire a 0.5 % di THC (tetraidrocannabinolo) il «limite oltre il quale ritenere le preparazioni delle cannabis atte a produrre effetti psicotropi e stupefacenti in quanto questo dato tecnico, elaborato negli anni 80, fu calcolato su uno spinello del peso complessivo di 1 grammo ed è stato utilizzato negli anni dalla giurisprudenza come “valore idoneo a produrre effetti stupefacenti”».

Un valore che «non ha alcun fondamento scientifico né riferimento normativo». Un dato ingannevole dal momento che «la stessa percentuale dovrebbe essere considerata in relazione alla quantità di sostanza stupefacente che una persona assume». A tal proposito, prosegue la Questura, fumando tre spinelli contenenti 0.2 % THC si raggiungerà una percentuale di 0.6 % THC, «più che idonea a produrre effetti stupefacenti».

La Polizia mentre chiude il cannabis shop

La successiva introduzione della Legge 242 del 2016,  “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”, «non ha fatto altro che destare confusione in quanto sono stati disciplinati i settori nei quali la canapa coltivata può essere impiegata ma non è stata mai prevista come finalità la commercializzazione di tali infiorescenze per il consumo umano – prosegue la Questura – e, in tal senso, si è espresso il Consiglio Superiore di Sanità in data 10 Aprile 2018  manifestando parere contrario alla commercializzazione di tali sostanze ritenendo che la vendita dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di “cannabis” o “cannabis light” qualunque ne sia il contenuto percentuale di Delta-9 THC pone certamente motivo di preoccupazione e raccomandando misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti».

Sulla base degli accertamenti condotti dalla polizia, gli esercizi chiusi non risulta abbiano mai cambiato denominazione commerciale, comunicato o richiesto all’ufficio commerciale del Comune di Civitanova Marche di voler procedere alla vendita di medicinali di origine vegetale a base di cannabis, «non pertinenti tra l’altro alla sua tabella merceologica né alla natura stessa dell’attività commerciale in quanto tali “medicinali a base di cannabis” potrebbero essere dispensati solo ed esclusivamente dalle farmacie a seguito di ricetta medica e, soprattutto, il titolare dell’esercizio commerciale non risulta essere in possesso di alcuna autorizzazione per la vendita di farmaci e-o medicinali, tanto meno titolare di titolo professionale di farmacista».

 

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