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C’era una volta la Ferrovia Fano-Urbino: quale futuro reale per la tratta? L’opinione dell’UDC

Per gli esponenti dello scudo crociato è impossibile ripristinare il tracciato ma serve un'ordinanza per salvaguardare il decoro del percorso e sbloccare la situazione.

Ex ferrovia Fano - Urbino
Ex ferrovia Fano - Urbino

FANO – C’era una volta la ferrovia Fano-Urbino. Un treno che collegava la Città della Fortuna a quella Ducale e, nel farlo, attraversava un po’ tutta la Valmetauro. C’era una volta ed non oggi non c’è più: il treno è stato dismesso al traffico il 31 gennaio 1987 conservando comunque parzialmente integri sia il percorso che le opere quali gallerie, viadotti, ponti. L’ultimo treno che viaggiò su quei binari fu il regionale 5662 che partì da Pesaro alle 18:55 per giungere ad Urbino alle ore 20:00. (Per saperne di più)

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Il 14 luglio 2000 nacque l’Associazione Ferrovia Valle Metauro con lo scopo di valorizzare la tratta con un servizio di velorail ad uso turistico. Successivamente l’associazione alzò la posta e puntò al ripristino dell’intera tratta.
Ad alimentare le speranze che il trenino potesse risorgere fu l’inserimento nel 2017 con la Legge 128, nell’elenco delle 18 ferrovie turistiche d’Italia da riattivare. Un’intenzione vaga che non è mai sfociata nei fatti che negli anni ha offerto il fianco ad illazioni, idee e proposte sull’uso o l’eventuale riqualificazione della tratta: a fianco di coloro che volevano il ripristino del treno sono apparse altre fazioni; quelli che al ritorno del convoglio preferivano la costituzione di una pista ciclopedonale attraverso la vallata (eventualità preferita e sostenuta dall’attuale amministrazione) e chi ancora, optava per il ripristino della prima e la creazione della seconda al suo fianco. Tante idee ma nessuna azione concreta.

A soffiare sul fuoco e far tornare nuovamente in auge la questione la comunicazione che sarebbe giunta giorni fa da Rfi al Comune di Fano dove si ribadisce il “no” all’utilizzo del selciato per il progetto ciclopedonale.

A prendere pubblicamente posizione sono stati gli esponenti dell’UDC: «Negli anni molti treni, delle promesse e delle campagne elettorali, sono transitati in quella linea ma ad oggi la concretezza è fantasia. Come direttivo UDC, consapevoli che quella linea potesse essere una grande risorsa non solo turistica per il territorio provinciale, non siamo contro una eventuale riattivazione. Detto questo, però, vogliamo dire: ‘Basta di essere presi in giro!’ Siamo stanchi di ascoltare la solita fatidica frase “La linea è stata iscritta nell’elenco delle tratte turistiche possibili da riattivare e quindi non si tocca” diventata ormai un alibi tanto per dare una risposta e lasciare tutto così forse per altri trenta e oltre anni senza vedere nulla di concreto. Credo che sia ora di guardare in faccia la realtà che è sotto gli occhi di tutti. Parlando del territorio comunale di Fano possiamo dire, senza tanti giri di parole, che è IMPOSSIBILE un ripristino sul tracciato esistente».

Una presa di coscienza che si basa in effetti su solide e granitiche realtà: la tratta ferroviaria dismessa a Fano passa quasi ovunque vicino alle abitazioni. Oltre 18, solo nel Comune di Fano, sono i punti che hanno interessato la linea ferrata da strade, alcune di esse importanti ( SS 16 , Via del Ponte, Via del Fiume, Via Papiria, via canale Albani inizio Super strada). La tratta, inoltre è stata interrotta per costruire la Bretella stradale sopra elevata su via Forcolo- via Siriani.

«E’ chiaro che per riattivare la tratta ferroviaria nel territorio comunale di Fano occorre un nuovo progetto che preveda una nuova linea ferroviaria che eventualmente si vada poi a ricollegare con la vecchia fuori comune – proseguono di esponenti dello scudo crociato – Per questi motivi non capisco l’insistenza dell’ente ferrovie che non autorizza l’utilizzo del tracciato attuale per un’opera utile e sostenibile, come il percorso ciclo-pedonale. Forse è il caso che l’Amministratrice delegata di rete ferroviaria Italiana, Vera Fiorani, venga personalmente sul posto a rendersi conto della realtà».

Si perché la realtà odierna è indecorosa: la linea è totalmente abbandonata in un bosco di rovi e sterpaglie. «Non guardare la realtà significa peggiorare le cose. Quella tratta potrebbe tornare ad essere decorosa facendoci altro. Farebbe bene il Sindaco a fare un’ordinanza per indurre l’Ente RFI a pulire la tratta, tutta, ogni anno. Mi auguro che il responsabile di RFI, a cui ho più volte chiesto formalmente di intervenire per la pulizia, abbia un programma di intervento, che riguarda tutto il tracciato comunale che parte dalla SS 16 fino a Carrara di Fano, prima dell’estate per non correre rischi di incendi visto che in molte zone il percorso ferroviario è a ridosso delle abitazioni. Riguardo all’ordinanza – concludono – per la pulizia della tratta invierò una lettera anche al Signor Prefetto di Pesaro Urbino».

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