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“Carlo Urbani, una vita per gli altri”: il libro che trasmette ai bambini i valori del medico eroe

Il libro è stato scritto da Ilenia Severini, insegnante dell’Istituto comprensivo Badaloni di Recanati. «Quando gli alunni conoscono la vita del medico marchigiano cambia l’espressione degli occhi: si riempiono di luminosità»

I bambini impegnati nel progetto scolastico su Carlo Urbani

CASTEPLANIO- Un uomo dai valori forti, che ha vissuto la vita inseguendo i suoi sogni e le sue passioni. La storia di Carlo Urbani, il medico eroe di Castelplanio, rivive nel libro per bambini “Carlo Urbani, una vita per gli altri”, scritto da Ilenia Severini, insegnante dell’Istituto comprensivo Badaloni di Recanati.

Quando nel 2003 si diffuse la Sars (sindrome respiratoria grave acuta), al prezzo della sua stessa vita il medico marchigiano contribuì a scoprire e a debellare la malattia salvando migliaia di persone.

La maestra Severini, che dal 2013 è impegnata in un progetto scolastico che ha portato anche all’intitolazione della scuola primaria al medico della Sars, ha voluto raccontare ai più piccoli la storia di un eroe contemporaneo. Il volume, uscito nei giorni scorsi, è edito da La Spiga. Nella copertina del libro Carlo Urbani tiene in braccio un bambino e il piccolo non ha alcun timore del medico.

La copertina del libro su Carlo Urbani

Signora Severini come si è avvicinata alla storia di Carlo Urbani?
«Ho conosciuto la sua storia per caso e me ne sono innamorata. Era il luglio del 2012 e stavo cercando su internet una frase da presentare agli alunni il primo giorno di scuola. Mi sono imbattuta in quella di Carlo Urbani: “Ho fatto dei miei sogni la mia vita e il mio lavoro”. Ricordavo il nome, ricordavo che era il medico marchigiano morto per la Sars. Poi ho letto un’intervista di sua madre, Maria Urbani. Poiché incontrava i bambini delle scuole ho pensato che magari avrebbe rilasciato un’intervista per il nostro giornalino. Le ho scritto e alcuni mesi dopo mi ha telefono dicendo che voleva venire a Recanati insieme a Tommaso, il figlio di Carlo. Più si legge di questa straordinaria figura, più la si approfondisce e più ci si rende conto della grande persona che era».

L’intitolazione della scuola

Da anni sta portando avanti un progetto scolastico dedicato a Carlo Urbani.
«Con i bambini approfondiamo la storia del medico marchigiano, facciamo laboratori. Tutto questo è possibile grazie all’appoggio del dirigente scolastico e delle colleghe. Abbiamo fatto incontri con la madre e il figlio di Carlo, abbiamo partecipato a concorsi e intitolato la scuola primaria dove insegno a Carlo Urbani. Per i bambini incontrare la famiglia del medico marchigiano significa vederlo non come un supereroe ma come un eroe contemporaneo, come un personaggio vero, non inventato».


Per quale motivo ha deciso di scrivere il libro per bambini sulla storia di Carlo Urbani?
«Il libro nasce perché molte insegnanti mi chiedevano qualcosa da cui partire per raccontare la vita del medico marchigiano. Fino ad ora c’erano solo libri per adulti, mancava la storia raccontata per i bambini. Il linguaggio che ho utilizzato è molto semplice, facilmente comprensibile dagli alunni. Nel libro emergono i valori di Carlo Urbani».

Ilenia Severini, insegnante e autrice del libro “Carlo Urbani, una vita per gli altri”

Di che cosa parla “Carlo Urbani, una vita per gli altri”?
«Racconta la storia di Carlo dall’infanzia fino alla scomparsa. Ho messo alcuni dettagli e aneddoti che il figlio Tommaso ha raccontato ai nostri alunni. C’è anche un capitolo sul dopo Carlo. L’intitolazione della scuola, la mostra, le iniziative stanno ad indicare che il suo ricordo, dopo 16 anni dalla morte, è ancora vivo. Spero che il libro arrivi a quante più scuole possibili».

Quali messaggi e quali valori ha lasciato il medico di Castelplanio?
«Ci ha lasciato due messaggi. Il primo è l’attenzione verso gli altri e quindi di conseguenza i valori del rispetto, della coerenza, del coraggio di difendere i diritti delle persone. Urbani si è battuto per il diritto all’accesso alla salute per i segmenti più svantaggiati della popolazione. Si prendeva cura di tutta la persona non solo della malattia. L’altro messaggio è il sogno. Il suo sogno era quello di garantire l’accesso ai farmaci a tutte le popolazioni. Carlo è partito da un piccolo paese delle Marche per andare nel mondo. Il sogno non deve rimane chiuso in un cassetto così come le opere. Impegnarsi alla Carlo Urbani significa appassionarsi a qualcosa. Spendersi per qualcosa di importante significa anche faticare. Questi valori vanno trasmessi ai bambini».

C’è un aneddoto che la ha particolarmente colpita?
«In Mauritania, dopo aver visitato un bambino Carlo, lo ha seguito dentro un edificio. All’interno c’erano tanti bambini seduti per terra. Era una scuola se così si può definire. Tornato a Castelplanio, con l’aiuto del parroco ha raccolto penne e quaderni e li ha spediti in Mauritania. I bambini erano talmente felici che costruirono dei giocattoli da portare in Italia. Carlo fece stampare delle magliette e le diede sia ai bambini di Castelplanio che della Mauritania per creare un ponte, un collegamento. Un bell’esempio di uguaglianza e integrazione».

Come reagiscono i bambini quando vengono a conoscenza della storia di Carlo Urbani?
«Cambia l’espressione degli occhi, si riempiono di luminosità. Si innamorano di questa storia, notano particolari e nel tempo fanno collegamenti. Questo è il motore che mi spinge ad impegnarmi su questo progetto. Quanto appreso dai bambini non rimane in superficie ma va in profondità, ha un impatto nella vita quotidiana. Gli alunni sono interessati e incuriositi. Portano la storia a casa, la raccontano ai loro genitori e si innesca una catena. Quando si lancia un seme non si sa quando fiorirà, l’importante però è piantarlo altrimenti non nasce niente».

Gli alunni della primaria “Carlo Urbani” impegnati nel progetto

Secondo Lei, perché è importante che i bambini, non solo marchigiani, conoscano la figura di questo medico?
«Ne abbiamo bisogno in questo momento storico. È un momento di vuoto dove non abbiamo valori di riferimento. Invece c’è necessità assoluta. L’uomo deve imparare a stare con gli altri e lo impara da bambino apprendendo la storia di una persona reale e concreta. Il futuro è allargato, c’è un’apertura al mondo e c’è bisogno di umanità. È importante che la storia di Carlo Urbani arrivi al cuore delle persone perché ho visto come cambiano i comportamenti dei bambini».

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