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Caso aumento stipendi cda MMS, Lega Pesaro: «Ricci, Paolini, Pierotti artefici di una gestione indecente»

Dopo il passo indietro che ristabilisce i compensi regolari, il partito interviene: "Dovremmo credere che nessuno sapeva?"

La sede della Provincia di Pesaro

PESARO – Retromarcia nel Cda di Marche Multiservizi. I membri tornano indietro rispetto all’aumento di stipendi paventato. Un blitz che avrebbe portato la cifra da 60 mila a 100 mila euro l’anno per l’Ad e da 39 a 60 per il presidente.

La Lega attacca: «Quanto emerso in Commissione Consiliare “Società Partecipate” del Comune di Pesaro, cui ha partecipato l’Assessore Enzo Belloni, delegato dal Sindaco a partecipare all’assemblea dei soci di Marche Multiservizi, lascia senza parole: la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra e nessuna delle due agisce sulla base di ciò che pensa il cervello. Una gestione politica indecente della vicenda legata agli aumenti al CdA di Marche Multiservizi che mette in luce le responsabilità del Partito Democratico a cui appartengono i tre principali attori di questa commedia dell’assurdo: Matteo Ricci, Peppino Paolini e Andrea Pierotti».

La Lega interviene con il Coordinamento Provinciale di Pesaro Urbino e il gruppo consiliare di Pesaro per commentare la vicenda dell’aumento dei compensi al CdA di Marche Multiservizi.

«Dalla Commissione Consiliare di Pesaro sono emersi contraddizioni di una apparente e sconvolgente superficialità, in realtà figlie di obiettivi di cui gli esponenti del PD erano ben consapevoli. L’Assessore Belloni infatti ha ammesso che sapeva del ritocco ai compensi, ma che nessuno, compreso il Sindaco Ricci con il quale solitamente concorda tutte le posizioni da assumere all’interno dell’assemblea, ne conosceva l’entità. Dovremmo credere, dunque, che il socio pubblico di maggioranza, cioè colui al quale spetterebbe di avanzare la proposta era completamente all’oscuro dei dettagli della vicenda? Se ciò fosse vero, sarebbe gravissimo e Ricci dovrebbe immediatamente staccare la spina e far venire meno la fiducia, politica e non, a Giuseppe Paolini. A meno che quest’ultimo, al contrario, sia invece solo il mero esecutore di scelte assunte in Piazza del Popolo, compito che renderebbe avvilente ed offensivo il ruolo di Presidente della Provincia dal quale, integrità morale suggerirebbe a questo punto di dimettersi».

Per i leghisti «Quello che invece proprio non si addice agli esponenti del Pd provinciale è simulare l’ingenuità degli scolaretti al loro primo giorno di scuola. Ed è ciò che sta dannatamente cercando di fare anche il Presidente di Marche Multiservizi, Andrea Pierotti. Ma sul serio dovremmo ritenerci così sciocchi da pensare che Pierotti, indicato quale Presidente di Marche Multiservizi dal Sindaco Ricci, non si sia posto interrogativi sulle modalità e sul quantum, prima della firma dell’ordine del giorno, alla lettura del punto di revisione del suo compenso e degli altri amministratori? Non solo inopportuno e indecoroso restare in silenzio in assemblea, dove i soci avrebbero deciso di questioni di diretto interesse, ma oltremodo indecente indignarsi pubblicamente dal giorno dopo, per cercare visibilità e di fare bella figura.

Le scelte strategiche per il nostro territorio provinciale che enti locali e multiutility sono chiamate a fare e che riguardano servizi e investimenti di diretto interesse di cittadini ed imprese, con importanti riflessi su oneri e costi che entrambe devono sostenere, debbono seguire percorsi di trasparenza e inderogabile responsabilità. Direzione opposta a quella che il Partito Democratico ha imboccato per l’ennesima volta, completamente staccato dalle necessità della vita reale e dalle attese delle comunità verso le quali hanno dimostrato l’assoluta inadeguatezza».

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