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Carilo, le preccupazioni del sindaco di Loreto

«Non conosco i contorni della proposta di acquisto da parte della Bcc di Civitanova e Montecosaro, Rimane il disorientamento dei dipendenti nell'incertezza del momento attuale». Parole di Paolo Niccoletti, all'indomani della formalizzazione dell'offerta di acquisto di 15 filiali della banca lauretana all'attuale proprietà, il Gruppo Ubi

Il sindaco di Loreto, Paolo Niccoletti

LORETO – «Non conosco i contorni della proposta di acquisto di Carilo da parte della Bcc di Civitanova e Montecosaro, dunque non ho elementi per poterla valutare. Posso solo dire che qualunque proposta che non tenga in considerazione le esigenze del territorio, dei dipendenti e di un marchio storico quale quello della Cassa di Risparmio di Loreto non può suscitare interesse. Rimane il disorientamento dei dipendenti nell’incertezza del momento attuale». Parole del sindaco di Loreto, Paolo Niccoletti, all’indomani della formalizzazione dell’offerta di acquisto di 15 filiali della banca lauretana all’attuale proprietà, il Gruppo Ubi, da parte della civitanovese che vorrebbe ampliare il proprio raggio di azione anche in provincia di Ancona.

Dell’interesse della Bcc verso la rete Carilo si vociferava da tempo, ma solo ieri è giunta la conferma ufficiale con una dichiarazione del direttore generale Marco Moreschi che si è detto «pronto ad avviare la fase di due diligence e di controllo a partire già dalla prossima settimana». Di tutto il resto, si sa poco, a cominciare dall’entità della economica avanzata; soprattutto, non sappiamo se Ubi sta valutando una eventuale vendita di Carilo se rispedirà l’offerta al mittente.

Dal gruppo bergamasco è giunto oggi un «no comment» su quella che – spiegano – risulta essere «una iniziativa unilaterale della Bcc di Civitanova». Ma le parti avrebbero comunque dialogato ieri nel corso di una conference call.

Sta di fatto che Carilo, che conta ad oggi 15 sportelli, un centinaio di dipendenti ed una storia lunga più di 150 anni (è stata fondata nel 1861), dal 23 ottobre prossimo entrerà a tutti gli effetti in Ubi, dopo essere stata acquistata il 10 maggio 2017 dal gruppo bergamasco assieme alla capogruppo Nuova Banca Marche che ne detiene attualmente il 98,86% delle quote societarie (la restante parte è della Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto). Per effetto della fusione, dal 23 ottobre chiuderanno 7 dei suoi sportelli, e in Ubi trasmigreranno mutui, conti correnti, codici IBAN, dipendenti. Da un punto di vista tecnico, la vendita di un ramo aziendale da parte di Ubi potrebbe essere ancora possibile entro il 22 ottobre, dopodiché Carilo cesserà di esistere. Tale situazione sta generando un grande stato di apprensione nei dipendenti e tra la clientela; diversi correntisti in questi giorni stanno chiedono nelle filiali Carilo informazioni su cosa accadrà.

Incerti e preoccupati anche i sindacati. Per la Rsa Fabi di Banca Carilo, «i dipendenti tutti ci stanno mettendo impegno e la faccia in una situazione resa ancora più delicata dalla trattativa di legge e di contratto che si sta svolgendo in questi mesi a Bergamo; trattativa col gruppo quotato UBI Banca che ha acquisito – per un euro – le cd 3 Nuove Banche in forza di un accordo siglato tra autorità europee e istituzioni italiane. In questi giorni sono state inoltre recapitate, ai clienti, comunicazioni e informative ufficiali sul passaggio dei rapporti in Ubi Banca con relativo cambio di coordinate bancarie e anche sportelli di riferimento. Si estende il malessere tra dipendenti e clienti e le loro famiglie tutte, una comunità che viene frastornata da continue uscite e correlate smentite sulla ipotetica creazione di un minipolo marchigiano. Si possono lasciare una comunità e le sue famiglie in balia dei giochi e delle speculazioni bancarie? A oggi, dalle istituzioni regionali, ci parrebbe di avvertire solo silenzio. La Carilo, insieme ai suoi dipendenti e clienti ha una lunga storia fatta di valori, di vicinanza a tutta la comunità, e tutto ciò va ricordato, riconosciuto e rispettato».

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