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Papa Francesco a Camerino, l’arcivescovo Massara: «Un grande regalo per le zone terremotate»

Il Pontefice domenica 16 giugno entrerà nelle Sae e incontrerà la comunità ancora sconvolta dal sisma, poi attraverserà a piedi il centro storico nel silenzio della zona rossa. Il neo sindaco Sborgia: «Un evento importantissimo per la città che riaccende i riflettori sul cratere»

Papa Francesco e il vescovo Massara
Papa Francesco e il vescovo Massara (foto d'archivio)

CAMERINO – «Un grande regalo per Camerino e San Severini, una visita che dà speranza alle comunità provate dal terremoto». È con queste parole che Monsignor Francesco Massara, arcivescovo di Camerino e San Severino descrive l’imminente visita del Pontefice alla diocesi.

Papa Francesco arriverà a Camerino domenica 16 giugno. Una visita dal grande valore simbolico, quella del Pontefice, che visiterà le Sae (Strutture Abitative Complesse), le casette che ospitano le persone che hanno perso la casa in seguito al sisma del 2016, incontrando le comunità che ancora vivono in queste strutture.

«La città si appresta con grande gioia ed entusiasmo a ricevere Papa Francesco – commenta il neo eletto sindaco di Camerino Sandro Sborgia -. Ci stiamo impegnando affinché la visita si svolga nelle condizioni di sicurezza necessarie e che possa incontrare i cittadini in maniera familiare. È un evento importantissimo per la città che riaccende i riflettori sul cratere per chi ha responsabilità di Governo. Occorre far partire la ricostruzione, sulla quale siamo indietro, ereditiamo una situazione critica e complessa: il centro storico è zona rossa ed è ancora completamente chiuso, inoltre deve essere ancora completata la messa in sicurezza sulla quale siamo solo al 27%. Questa situazione va sbloccata».

Il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, Maggiore dei carabinieri

Intanto la nuova amministrazione comunale è al lavoro anche per individuare una sede per il Comune i cui uffici sono attualmente frammentati in tre diverse sedi, alcuni dei quali sono ospitati nello stabilimento della Contram. «Occorre unificare i vari uffici anche per dare la massima operatività alla macchina amministrativa, su questo abbiamo avviato un percorso con la Protezione Civile e stiamo individuando la zona», spiega il primo cittadino. «Inoltre c’è grande attenzione per quanto riguarda l’Ospedale che deve continuare a mantenere un livello di assistenza che ha garantito finora», precisa Sborgia, che pone l’accento anche sul rischio che nel periodo estivo possa verificarsi «una carenza di personale per le ferie, ma su questo siamo in contatto con la Regione per evitare disservizi».

«Per i cittadini che si trovano nelle Sae e per quelli che sono ancora ospitati nelle strutture di emergenza lungo la costa – spiega il sindaco – l’arrivo del Papa è un segnale che su tutte le zone del cratere, e non solo su Camerino, ritorni l’attenzione di chi ha la responsabilità di Governo. Occorre mettere in moto la macchina il più velocemente possibile».

I danni inferti dal sisma

Un territorio fortemente martoriato, quello camerte, per il quale l’arrivo di Papa Francesco rappresenta «un riconfermarsi nella fede, un segno di speranza e di sollievo dalla ferita inferta dal sisma, ancora viva in questo territorio molto provato», come ha sottolineato il vescovo Massara.

«Entrando nelle Sae di Camerino – osserva Monsignor Massara – è come se il Papa facesse visita a tutte le case terremotate, mentre con la visita in Cattedrale, ancora inagibile, entra simbolicamente  in tutte le chiese e i monasteri danneggiati».

«Il Pontefice incontrerà 32 sindaci dei comuni del cratere per esprimere la sua vicinanza alle istituzioni che lavorano ogni giorno per la ricostruzione», prosegue l’arcivescovo, poi alle 10,30 la Santa Messa e alle 12 l’Angelus. «Papa Francesco attraverserà la città deserta nel silenzio assordante per raggiungere il Santuario di Santa Maria Invia», poi seguirà il pranzo conviviale con tutti i sacerdoti, «un momento di condivisione nel quale potrà conoscere le esperienze vissute durante il terremoto», spiega Massara. In chiusura l’incontro con i bambini della prima comunione e i loro genitori.

«Di fronte ad un territorio che ha subito un terremoto strutturale e dell’anima – conclude Monsignor Massara – spero che non debba esserci anche un terzo terremoto, quello delle promesse non mantenute nella ricostruzione».

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