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Cambiamenti climatici ed eventi estremi: aumentano le valanghe. Parlano CAI e Protezione Civile

Il report di Coldiretti segnala un incremento delle valanghe in Italia rispetto al 2020 a causa dei cambiamenti climatici. Ecco cosa sta accadendo

cambiamenti climatici
Foto di Aline Dassel da Pixabay

ANCONA – Secondo un report di Coldiretti, analizzando l’andamento del cambiamento climatico in Italia, risulterebbero in questo inizio 2021 incrementati i numeri degli eventi estremi. Nella fattispecie, leggendo alle voci “valanghe”, si registra un aumento di +18 rispetto a tutto il 2020 con una pericolosissima media di una valanga ogni tre giorni. Il tutto dovuto, appunto, ai fenomeni di cambiamento climatico. Come si può ovviare a questa problematica? Per dare una risposta ci siamo rivolti a Fausto De Angelis (Presidente Club Alpino Italiano Ancona) e David Piccinini (dirigente Protezione Civile Marche).

Secondo De Angelis: «Sull’argomento molto è stato scritto, molto dibattuto in maniera interdisciplinare da autorevoli esperti, con conclusioni pressoché unanimi. Sì, il riscaldamento climatico è una realtà, ed è anzi un processo in atto da oltre un secolo, aggravato, se non provocato, dall’espansione dell’attività e degli insediamenti umani. Parametri di misura dell’aggravarsi di tale processo sono le concentrazioni di gas serra, la frequenza dell’incontro/scontro di fenomeni meteorologici estremi e di segno opposto, la riduzione delle superfici fertili, la deforestazione con distruzione di habitat di centinaia di specie animali e vegetali, riduzione delle risorse idriche e alimentari, migrazioni e squilibri negli addensamenti di popolazione umana, nonché accresciuta conflittualità per il controllo di quelle risorse».

E l’uomo, in senso lato, può intervenire in prima persona. Prosegue De Angelis: «Se ne è tanto parlato che sarebbe ora di dare un’accelerazione alla messa in atto di quei rimedi già individuati dall’Onu nel 2015 con ‘l’Agenda 2030’, per lo Sviluppo Sostenibile, sviluppo economico cioè compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e dei beni liberi per le generazioni future. Siamo in tempo per correggere la rotta? Lo saremmo solo prendendo coscienza dell’impellenza del compito, che chiede uno sforzo immane e collettivo di tutto il consesso umano e pretende perciò un cambiamento di atteggiamento etico, ideologico e politico, fondato su solidarietà, visione ecologica del mondo e rapporti di collaborazione, anziché competitivi, tra popoli e nazioni. È in discussione il futuro della nostra specie e di molte altre, ma tranquilli, la terra di estinzioni di massa ne ha viste altre, ma ha visto anche conservarsi e svilupparsi sempre nuove forme di vita».

Piccinini della Protezione Civile invita a compiere un importante distinguo: «Non possiamo mettere in relazione un dato del 2020 con uno del 2021 perché l’ingresso di Burian e di masse d’aria fredda provenienti da nord-est sono molto frequenti di questi periodi. Naturalmente connessi con il tema del cambiamento climatico ci sono fenomeni meteorologici importanti, temporaleschi intensi come accaduti ad agosto 2019 nella formazione di celle convettive di mesoscala (sistema geografico di grande dimensione)».

Pochi dubbi sulla strada da seguire: «Come piccoli uomini, diciamo, dobbiamo lavorare intensamente sul discorso prevenzione e in questo la Protezione Civile si sta attrezzando per prevenire strutturalmente e non strutturalmente questi fenomeni. Dal nostro punto di vista – conclude Piccinini – vogliamo incrementare il servizio preventivo globalmente per cercare di diminuire le emissioni in atmosfera che sono le reali responsabili dell’aumento della temperatura media dell’atmosfera».

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