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Cala la popolazione in Vallesina. E invecchia sempre di più

Crolla la natalità, anche a causa del Covid, e diminuscono le persone straniere nei 21 Comuni dell'Ambito Territoriale. I matrimoni civili surclassano quelli religiosi

Una veduta del centro storico di Jesi

JESI – Si riduce la popolazione. E invecchia. Crolla la natalità, anche a causa del Covid, e diminuiscono le persone straniere. Cambiano le famiglie, i matrimoni civili surclassano quelli religiosi. È una fotografia puntuale e circostanziata quella “scattata” dall’Asp Ambito 9 attraverso il Profilo di Comunità. Nell’interessante rapporto si considerano i 21 Comuni dell’Ambito, vale a dire Jesi, Apiro, Belvedere Ostrense, Castelbellino, Castelplanio, Cingoli, Cupramontana, Filottrano, Maiolati Spontini, Mergo, Monsano, Montecarotto, Monte Roberto, Morro d’Alba, Poggio San Marcello, Rosora, San Marcello, Poggio San Vicino, San Paolo di Jesi, Santa Maria Nuova, Staffolo.

«La popolazione si riduce gradualmente – si legge -. Dal 2014 la popolazione si è costantemente ridotta passando da 109.043 del 2013 a 105.866 del 2020. La riduzione è alimentata dal saldo naturale negativo e cioè dalla differenza fra i decessi e i nuovi nati. Negli ultimi 10 anni, il tasso di natalità si è ridotto addirittura del 40%. Oggi, i decessi annui che si registrano nel territorio dell’Ambito sociale di Jesi sono oltre il doppio dei nuovi nati. Una situazione di questo tipo si è registrata solo cento anni fa nel 1918 quando, complice la “spagnola”, i decessi registrati furono quasi il doppio dei nuovi nati. Questo è indubbiamente il dato più significativo. La popolazione invecchia costantemente. Non si tratta di un fenomeno nuovo, ma di un processo che sta andando avanti da molti anni e che si svilupperà anche negli anni futuri. Gli anziani costituiscono un quarto dell’intera popolazione (25,5%) e sono destinati ad aumentare ancora. Conseguentemente cresce anche l’età media dell’intera popolazione che, negli ultimi 10 anni, è cresciuta da 44,1 anni a 46,5 anni. Si tratta di un dato importante che testimonia della ottima qualità della vita che si registra nel territorio ma che sollecita i servizi e l’intera comunità alle risposte che occorre dare alla popolazione che invecchia.

Cambiano anche i nuclei familiari. «Si modifica e con grande velocità la struttura e le caratteristiche delle famiglie – scrive il Profilo di Comunità –. La popolazione diminuisce, le famiglie aumentano e conseguentemente si riduce il numero medio di componenti delle famiglie. Per esempio, nel comune di Jesi le famiglie sono passate da 15.473 del 2003 a 17.774 del 2016 mentre il numero medio di componenti per famiglia si è ridotto da 2,56 a 2,0. A livello di Ambito, il numero medio dei componenti delle famiglie sale a 2,41, leggermente superiore a quello medio di 2,3 della regione Marche. Per cui la maggioranza delle famiglie (56,8%) è composta da nuclei di una sola persona (28,3% delle famiglie) o di due persone (28,5% delle famiglie)».

Le trasformazioni coinvolgono tutto anche la tipologia delle convivenze. «I matrimoni non solo si riducono costantemente ma il rito civile ha surclassato i matrimoni religiosi che nel 2018 erano solamente il 36% di tutti quelli realizzati nei 21 comuni dell’Ambito territoriale n.9 di Jesi. Addirittura in 6 comuni, sempre nel 2018, non si sono proprio celebrati i matrimoni religiosi. Il numero dei matrimoni civili registrati nei comuni dell’Ambito sociale di Jesi sono dunque molto più numerosi di quelli che si celebrano in Italia che nel 2018 erano circa il 49% e che solo negli anni successivi sono diventati la maggioranza».

In calo i migranti. «La popolazione straniera è cresciuta costantemente fino al 2013 quando raggiungeva la quota del 10,3% della popolazione complessiva, ma dal 2014 tale quota è costantemente diminuita fino a raggiungere la quota del 9,2%. La metà degli stranieri è costituita da europei mentre quasi un quarto è costituita da africani. Seppur l’immigrazione sia un fenomeno di vecchia data e che molti degli stranieri abbiano trovato stabilità e lavoro, per una quota degli stessi si pone ancora il problema di una piena integrazione sociale».

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