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Bovinmarche, gli allevatori marchigiani confermano Romanini presidente

È stato inoltre approvato il bilancio 2019, ancora una volta in crescita. «Le piccole aziende socie da sempre costituiscono un baluardo nella tutela dell’ambiente, una garanzia di qualità del nostro prodotto e una rete sociale unica sul territorio italiano»

Razza bovina marchigiana

Gli allevatori marchigiani confermano Domenico Romanini alla presidenza. L’annuncio è arrivato al termine dell’assemblea dei soci Bovinmarche, l’associazione di allevatori delle Marche con sede ad Ancona. Romanini è stato confermato per il terzo mandato consecutivo alla guida della storica cooperativa.

«Ringrazio i soci allevatori per il loro appoggio e per il lavoro costante e appassionato che negli anni ha portato Bovinmarche a diventare punto di riferimento del comparto a livello nazionale – ha detto Romanini -. Le piccole aziende socie da sempre costituiscono un baluardo nella tutela dell’ambiente, una garanzia di qualità del nostro prodotto e una rete sociale unica sul territorio italiano. Continueremo a sostenerle con le attività mutualistiche che ci contraddistinguono e con i tanti progetti in cantiere per dimostrare ancora una volta il valore della filiera agricola marchigiana: un’eccellenza italiana».

Nominati anche i membri della squadra coordinata dal direttore Paolo Laudisio: il vice presidente, Marco Ranelli; il revisore contabile Giorgio Piergiacomi; i consiglieri Alceo Vedovi, Mauro Sincini, Marzio Massi, Stefano Miccini, Lorenzo Zallocco, Doriano Peruzzini, Fabrizio Barbarossa, Michele Ciarrocca, Palmarino Losani.

Durante l’assemblea, tenutasi venerdì 3 luglio, è stato anche approvato il bilancio 2019 di Bovinmarche. «In due anni – ha detto Laudisio – abbiamo aumentato il nostro fatturato di € 1.682.798: nel 2018 avevamo aumentato il valore della produzione di 1.008.989€ rispetto all’anno precedente; nel 2019 il valore è aumentato di 673.809€ sul 2018».

Il direttore precisa poi che «il 2019 è stato un anno di transizione nei consumi di carne. Per quanto riguarda la produzione di tagli certificati, c’è stata una leggera flessione nei primi 6 mesi e un discreto aumento negli ultimi 2 mesi. La cooperativa ha continuato a fornire produzioni di qualità regionali, perseverando con la strategia volta ad arricchire le produzioni con certificazioni prestigiose, rispondenti alle richieste di un mercato più esigente e diversificando i suoi servizi. Come successo, ad esempio, durante il lockdown, quando abbiamo attivato l’apprezzata novità delle consegne a domicilio».

In totale sono quasi 20 mila i capi di allevati dai soci Bovinmarche e iscritti al libro genealogico regionale; quasi 400 i soci della cooperativa; 8,6 milioni di euro il valore della produzione (+8,5% rispetto al 2018). Cifra che quasi raddoppia se si considerano anche le performance di Carnimarche, azienda di sezionamento territoriale partecipata dal 2012 di Bovinmarche che, nel 2019, ha registrato 8,3 milioni di euro di fatturato (+1,2 milioni di euro rispetto al 2018). Un giro d’affari sostanzialmente stabile dal 2013 (7.305.938 € il fatturato di quell’anno).

I valori su cui punta Bovinmarche, si legge in una nota, sono «la tutela e valorizzazione dei soci e la garanzia di un prodotto di qualità (la vendita di carne IGP, ad esempio, costituisce il 54% del totale)».
In crescita i numeri relativi al normal trade, che coinvolge la vendita del prodotto alle macellerie convenzionate Bovinmarche (1 milione di euro di fatturato, +24.147€ sul 2018) e quelli relativi all’Horeca (ristoranti e agriturismi): 764 mila euro, +9,7% sul 2018.

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