Jesi-Fabriano

Jesi, un biodistretto per valorizzare i prodotti della Vallesina

Il Comune punta a mettere in rete le risorse naturali, culturali, produttive del territorio, in sinergia con l'Associazione Italiana Agricoltura Biologica

La campagna marchigiana

JESI – Un bio-distretto per mettere in rete le risorse naturali, culturali, produttive della Vallesina così da valorizzarle attraverso politiche locali orientate alla salvaguardia dell’ambiente, delle tradizioni e dei prodotti locali. È ambizioso l’obiettivo del Comune, che intende promuovere la costituzione di un ente “aggregatore”, in sinergia con l’AIAB Marche (Associazione Italiana Agricoltura Biologica).

L’amministrazione Bacci elenca gli obiettivi da raggiungere:
– Favorire lo sviluppo delle produzioni biologiche del territorio e delle relative filiere collegate, promuovendo per le produzioni del bio-distretto, lo sviluppo della filiera corta biologica;
– Favorire la coesione, la partecipazione degli attori della filiera biologica e delle istituzioni locali per promuovere il biologico all’interno e all’esterno del distretto;
– Valorizzare e sostenere la produzione, il confezionamento, la commercializzazione, distribuzione e promozione delle produzioni agroalimentari biologiche anche attraverso la creazione di uno specifico marchio;
– Tutelare e preservare le tradizioni culturali locali, l’agro-biodiversità e l’ambiente naturale;
– Promuovere ed organizzare attività di ricerca, divulgazione, formazione, dimostrazione ed informazione riguardanti l’agricoltura biologica e la gestione sostenibile del territorio;
– Favorire lo sviluppo di una proposta turistica legata alla naturalità del territorio e alla genuinità delle produzioni agricole locali;
– Promuovere diffondere e sostenere il consumo dei prodotti biologici locali nelle mense istituzionali e nelle ristorazioni commerciali;
– Promuovere la riconversione di produzione da convenzionale a biologica;
– Educare i giovani al consumo di quei prodotti agricoli e zootecnici, tipici della Vallesina;
– Supportare gli attori coinvolti con formazione ed organizzazione;

A detta del Comune, ciò consentirebbe agli agricoltori e allevatori che operano già secondo le regole dell’agricoltura e dell’allevamento biologici di poter contare su maggiori opportunità di valorizzazione e promozione del prodotto. Benefici anche per i cittadini che avranno la possibilità di tracciare i propri acquisti. Un’iniziativa che, nella mente degli ideatori, avrà ripercussioni anche in ambito turistico, plasmando nuove strategie e opportunità. «Le imprese del settore agroalimentare, della produzione di mezzi tecnici agricoli e di sevizi in agricoltura, aderendo direttamente all’iniziativa, beneficerebbero della concentrazione locale di aziende biologiche sia per la fornitura di mezzi tecnici che per la produzione di materia prima per la trasformazione alimentare – spiega la Giunta -. Le imprese del settore gastronomico potrebbero farsi portavoce dell’offerta del territorio proponendo menù bio-locali-stagionali nonché visite alle realtà agricole agro zootecniche loro fornitrici. Gli Enti di sperimentazione, ricerca e formazione potrebbero implementare attività sperimentali e formative utili al consolidamento/miglioramento delle attività dei singoli attori del Bio-Distretto».

Il Distretto è dunque aperto a Comuni della Vallesina, società partecipate da enti locali, allevatori e agricoltori che già operano secondo le regole dell’agricoltura biologica e dell’allevamento biologico o che intendono riconvertire la produzione da convenzionale a biologica, operatori turistici che vogliono proporre tra i propri servizi ai cittadini gli eco itinerari, il turismo rurale, la visita ai borghi e alle città del territorio, gli operatori agroalimentari e gastronomici che pensano di investire in tale settore.

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