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Berloni, il Pci: «Lavoratori abbandonati senza stipendio da dicembre»

Il partito comunista di Pesaro interviene sulla situazione che stanno vivendo i lavoratori della storica azienda produttrice di cucine e chiede un impegno delle istituzioni locali e nazionali per risolvere il caso

Berloni

PESARO – Viene definita «un’emergenza sull’emergenza» quella che stanno vivendo i lavoratori della Berloni Group.

A dirlo è il Pci di Pesaro: «Da quando a dicembre 2019 la società Berloni è stata messa in liquidazione, i lavoratori della fabbrica si sono sentiti ancora più abbandonati, sia dalle Istituzioni nazionali e locali, che dalla proprietà. Nel mese di dicembre è subentrato a gestire questa fase un liquidatore, il quale avrebbe dovuto operare la vendita del marchio in breve tempo. Come segnalato al Pci dagli operai dell’azienda, tutto ciò non è avvenuto, e i lavoratori, che hanno ricevuto solo una parte della tredicesima, si trovano a tutt’oggi a non aver percepito gli stipendi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo, senza al contempo alcun ammortizzatore sociale».

Si parla di una cinquantina di dipendenti visto che una ventina hanno trovato altro impiego e altri hanno preferito dimettersi per giusta causa (tre mesi senza stipendio ndr) per poter avere almeno i soldi della disoccupazione.

«Un’azione assolutamente insufficiente da parte del Mise, dalla Regione Marche e dal Comune di Pesaro – dice il Pci – cioè da parte di tutte le Istituzioni che sostenevano di essere vicine ai lavoratori, ma che alle belle parole iniziali e alle passerelle davanti ai cancelli non hanno fatto seguire nessun fatto concreto. Non c’è stato alcun intervento istituzionale atto a promuovere un’azione di salvataggio dell’azienda con una partnership tra Pubblico e Privato, o incentivando la formazione di una Cooperativa di dipendenti. Al contrario gli stessi sono stati lasciati completamente soli, senza alcun ammortizzatore sociale, con i Tfr bloccati e nessuna forma di sostentamento immediato. Il Partito Comunista Italiano di Pesaro chiede un impegno immediato da parte di tutte le Istituzioni, nazionali e locali, per aiutare in maniera urgente e concreta i lavoratori della Berloni e di tutte le aziende in crisi del nostro territorio, costretti ancora una volta ad affrontare da soli il dramma occupazionale, a cui si aggiungerà ben presto quello derivante dalla crisi economica conseguente a questa emergenza sanitaria. Chiediamo un’attenta vigilanza dello Stato volta ad impedire che aziende italiane vengano cedute, quasi sempre svendute, a multinazionali straniere».

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