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Bassa propensione alla mobilità

Sono pochi gli jesini che lavorano o studiano fuori città. La città si dimostra polo d'attrazione in provincia, con la sola eccezione di Ancona. Discorso completamente diverso nei Comuni della Vallesina

Il teatro Pergolesi di Jesi in piazza della Repubblica

JESI – Solo il 13,3% dei residenti si sposta quotidianamente fuori città per motivi di studio. Percentuale che sale al 28% se le esigenze sono lavorative (sul totale degli occupati). Ad attestarlo è l’Istat. Tanto per avere un termine di paragone, si legge nello studio Jesi in Progress commissionato dall’amministrazione Bacci a Nomisma, se si considerano i 163 Comuni italiani con una popolazione tra i 30 mila e i 50 mila abitanti, Jesi si posiziona al 107esimo posto nella graduatoria della percentuale di occupati che lavorano fuori dal proprio Comune.

Discorso diverso per gli altri Comuni dell’Ambito Sociale, che mostrano una mobilita molto più accentuata, che coinvolge il 28,7% della popolazione complessiva negli spostamenti quotidiani per lavoro o studio, e il 51,8% degli occupati se si considera solo la popolazione che si sposta per motivi di lavoro.

Ciò fa sì che, se si analizzano le relazioni lavorative tra Jesi e gli altri Comuni dell’Ambito Sociale, Jesi presenti un saldo positivo: sono infatti 4.845 le persone che vivono nei Comuni dell’Ambito Sociale e che lavorano a Jesi, mentre sono solo 2.355 le persone residenti a Jesi che si recano a lavorare nei Comuni dell’Ambito Sociale, ottenendo così un saldo positivo di 2.490 individui. Jesi si dimostra essere un polo di attrazione anche per gli altri Comuni della Provincia di Ancona, coi quali registra un saldo positivo di 1.759 individui. L’unico saldo negativo è nei confronti della città di Ancona (-314), verso cui convergono 939 cittadini jesini. Nel complesso, sono 9.097 le persone che si recano a Jesi quotidianamente per motivi di lavoro, mentre sono 4.860 quelle che fuoriescono, con un saldo positivo di 4.237 individui.

Il mezzo largamente più utilizzato per spostarsi è l’auto, sia per chi lavora che per chi non lavora (oltre il 70% degli intervistati). I mezzi pubblici sono scarsamente utilizzati: ne fa ricorso principalmente chi abita negli altri Comuni dell’Ambito Sociale per recarsi al luogo di lavoro o di studio (il 13% usa l’autobus e l’8,5% il treno). Chi abita a Jesi, invece, fa ricorso anche alla bicicletta (6,4%) e allo scooter (3,5%), mezzi quasi del tutto inutilizzati da chi abita negli altri Comuni dell’Ambito Sociale. Va segnalato che molti intervistati dichiarano di andare a piedi nei loro spostamenti quotidiani: ciò vale soprattutto per coloro che non lavorano o studiano (38,6%) e per chi risiede a Jesi (29,8%).

Il Comune di Jesi si dimostra un polo di attrazione non solo per quanto concerne il lavoro e lo studio, ma anche per altre attività: nell’ultimo anno il 67,4% di chi abita negli altri Comuni dell’Ambito Sociale ha frequentato il Centro Storico di Jesi, ed il 25,7% vi si è recato almeno una volta la settimana, in particolare per fare acquisti, per usufruire dei servizi ubicati in Centro, per
visitare mostre o eventi, o semplicemente per svago o per fare passeggiate.

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