Ancona-Osimo

Barbaresi: «Abrogare i voucher e tutelare i lavoratori degli appalti». La sfida, i due referendum

L'intervista alla nuova segretaria generale della Cgil Marche, la prima donna nella regione a ricoprire l'incarico. Al lavoro su crisi, precarietà e terremoto

Assemblea regionale Cgil

Daniela Barbaresi è la nuova segretaria generale della Cgil Marche. È la prima donna, nella regione, a ricoprire questo incarico. È stata eletta a larga maggioranza dall’assemblea regionale della Cgil, alla presenza della segretaria nazionale Susanna Camusso. Sostituisce Roberto Ghiselli entrato a far parte della segreteria nazionale del sindacato. Barbaresi è nata a Fossombrone, ha 48 anni e risiede a Colli al Metauro (Pu). Avvocato, è entrata nel sindacato nel 1997 dapprima all’Ufficio Studi della Cgil di Pesaro, successivamente è stata per tre anni nella Fiom (metalmeccanici), poi per cinque anni ha fatto parte della segreteria provinciale della Camera del lavoro di Pesaro e Urbino occupandosi di mercato del lavoro, formazione e politiche di genere. Nel 2008 è diventata segretaria generale della Flc (scuola, università e ricerca) e dal 2010 è componente della segreteria regionale della Cgil con delega, dapprima, al mercato del lavoro, politiche giovanili e donne, poi come responsabile delle politiche organizzative, amministrative e finanziarie. Attualmente è anche componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche.

Lei è avvocato, che cosa l’ha spinta ad entrare nella Cgil?
«Mossa dalla passione per i temi dei diritti del lavoro, sono entrata nella Cgil prima di completare gli studi e quindi prima di diventare avvocato. Ho fatto una tesi sulla disciplina dell’art.18».

Che effetto le fa essere la prima donna a ricoprire l’incarico di segretaria generale nella Cgil Marche?
«Sono molto onorata. Per me è fonte di orgoglio in quanto gli iscritti a questa grande organizzazione nella Marche sono 90mila. È un impegno significativo, sono consapevole dell’importanza di rappresentare la Cgil in un momento come questo, caratterizzato da una forte crisi economica e dall’emergenza terremoto».

Quali sono le priorità per la regione? Come intervenire?
«La prima priorità è sicuramente il terremoto. Nella nostra regione ci sono 25mila persone fuori dalle proprie abitazioni, che hanno le case lesionate o distrutte, preoccupate per la propria condizione lavorativa. Sono migliaia le unità produttive colpite dal sisma. Questa emergenza richiede risposte rapide e concrete. Il nuovo decreto riconosce misure ulteriori però non bastano per gestire questa emergenza continua. Ci stiamo misurando con tre terremoti grandi in 5 mesi. È un fatto inedito e drammatico. Occorre coinvolgere tutte parti in quanto va ricostruito il tessuto sociale, economico e culturale di quei territori, che rischia di essere disgregato per sempre.

Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche

La seconda, riguarda il mondo del lavoro: precarietà e perdita di diritti e tutele. I due referendum per abrogare i voucher e per ripristinare tutele adeguate per i lavoratori degli appalti rappresentano per noi una sfida importante. Nei due quesiti referendari, così come nella Carta dei diritti universali, c’è un’idea di Paese fondato sul lavoro, fatto di diritti e dignità  per tutti, a partire dai lavoratori oggi marginali e indifesi. Nella Carta dei diritti universali del lavoro, la Cgil propone di disciplinare il lavoro subordinato occasionale per quelle prestazioni effettivamente occasionali, con una platea di lavoratori circoscritta cui garantire tutele e diritti universali.

La terza, tornare ad affrontare i temi della crisi che nelle Marche è stata particolarmente pesante, più di altre regioni manifatturiere. Si sono persi 50mila posti di lavoro dipendente, senza considerare lavoro autonomo e pseudo autonomo. Occorrono sviluppo e crescita. Dalla crisi si può uscire solo mettendo al centro lavoro e qualità del lavoro, non giocando sull’abbassamento del suo costo. Servono innovazione e investimenti».

A proposito di voucher, nelle Marche il loro utilizzo è raddoppiato in soli due anni. Che cosa ne pensa?
«Il voucher rischia di essere la nuova frontiera della precarietà. Doveva servire a contrastare il lavoro nero, invece, oggi, lo nasconde ulteriormente. Nel 2016 nelle Marche sono stati venduti 6milioni di voucher lavoro con un aumento, rispetto all’anno precedente, del 27,4%: sono circa 40mila i lavoratori interessati. Il lavoro è dignità e non si può comprare in tabaccheria come le sigarette e i gratta e i vinci».

Lei è anche componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, che cosa nota?
«Oggi non si è ancora raggiunta la parità nel lavoro tra uomini e donne. Le donne faticano a veder riconosciuto il loro valore e il merito. Ci sono ancora differenze retributive: le donne marchigiane guadagnano 7mila euro lordi in meno all’anno rispetto ad un uomo. Le donne disoccupate faticano a trovare lavoro e l’impegno per la famiglia è ancora troppo a loro carico. Occorre lavorare tutti insieme per affrontare la parità nel lavoro e nella società».

In occasione dell’avvio della campagna referendaria, sabato 11 nelle principali città della regione, ci saranno volantinaggi e lancio di palloncini.

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