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Pesaro, 8 milioni per acquistare il San Benedetto. Pronto anche un piano B

Il consigliere Andrea Biancani annuncia l'avviso di vendita dell'ex ospedale psichiatrico. In caso di asta deserta la possibilità di un'intesa tra Comune, Regione, Asur per un recupero

L'esterno dell'ex ospedale psichiatrico San Benedetto

PESARO – San Benedetto, l’ex ospedale psichiatrico va all’asta. Ma ci vogliono almeno 8 milioni. E la struttura è in malora. Pronto anche un piano alternativo.

«Le offerte per acquistare il San Benedetto devono arrivare entro 60 giorni e la base d’asta è di 8 milioni di euro». Lo comunica il consigliere regionale Andrea Biancani (Pd) che ufficializza la pubblicazione del bando di vendita dell’ex Ospedale psichiatrico di Pesaro da parte dell’Asur Marche. L’avviso fa seguito alla determina di pochi giorni fa e sarà diffuso in tutti i canali istituzionali e di informazione.

Luca Ceriscioli, Matteo Ricci e Biancani

«È un passaggio fondamentale per il futuro dell’edificio – sottolinea Biancani, da sempre impegnato a seguire il percorso di riqualificazione -. Da anni si parla di un bando di vendita e finalmente riusciamo a farlo. Non è un punto di arrivo, è un punto di partenza, ma è il frutto di un paziente lavoro condiviso tra Regione, Asur e Comune. Dopo la crisi economica e il crollo del settore immobiliare, il valore del complesso doveva essere nuovamente calcolato, considerando anche il fatto che al prezzo di acquisto sarà necessario aggiungere un investimento per i lavori di ristrutturazione di altri 25-30 milioni di euro. Per questo con interrogazioni e mozioni ho insistito nel chiedere all’Asur, oltre ai lavori di ordinaria manutenzione per tamponare i cedimenti, una nuova perizia di stima, redatta nel 2018 e scesa da 18,5 milioni a 8 milioni di euro».

«Il bando – prosegue – si basa sui dati contenuti nel primo Piano di recupero del 2007 e prevede che l’ex lavanderia e il parco pubblico vengano ceduti al Comune». L’avviso di vendita contiene anche i riferimenti sulle dimensioni dell’edificio, una consistenza di superficie di 17.700 metri quadri, con un volume complessivo di oltre 62mila metri cubi.

«Qualora il bando andasse deserto – aggiunge il consigliere regionale -, l’impegno è quello di firmare un protocollo tra Comune, Regione e Asur e di redigere un nuovo Piano di recupero che dovrà prevedere un confronto con le diverse realtà della città per individuare quelle che possono essere le destinazioni future di questo bene. L’obiettivo non è quello disfarsi di un palazzo a cui tutti noi pesaresi siamo affezionati per fare cassa, ma di valutare tutte le possibili soluzioni per evitare l’abbandono e il degrado. Un luogo così simbolico e centrale della città va riqualificato, senza escludere l’ipotesi di un recupero parziale, la possibilità di una riqualificazione in più fasi, accordi o permute tra istituzioni e privato, destinando almeno una parte del palazzo ad uso pubblico. Tra le ipotesi potrebbe esserci anche quella di un intervento della Cassa Depositi e Prestiti e la possibilità di presentare un progetto che consenta di intercettare direttamente fondi dell’UE, anche alla luce della candidatura di Pesaro e Urbino a capitali europee della cultura per il 2033».

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