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Banda dello spray, i familiari delle vittime del Lanterna Azzurra: «Una sentenza che non ripaga» – VIDEO

Fuori dall'aula al quinto piano del Tribunale di Ancona, le famiglie delle giovani vittime hanno commentato la sentenza inflitta dal gup ai componenti del gruppetto della Bassa Modenese. Ecco cosa ci hanno detto

Massimo Pongetti fuori dall'Aula

ANCONA –  «Una sentenza che non ripaga». È il commento di Massimo Pongetti fuori dall’Aula al quinto piano del Tribunale di Ancona, dopo la lettura della sentenza nel processo alla “banda dello spray” arrivata intorno alle 15 di oggi 30 luglio.

Il papà di Daniele Pongetti, una delle vittime della tragedia di Corinaldo, non nasconde la sua amarezza per le pene inflitte dal gup Paola Moscaroli ai sei componenti del gruppetto della Bassa Modenese che quella tragica notte fra il 7 e l’8 dicembre 2018, spruzzarono una sostanza urticante all’interno della Lanterna Azzurra dove morirono travolti dalla calca 5 adolescenti e una mamma 39enne, e rimasero ferite 200 persone. A perdere la vita furono Emma Fabini (14 anni), Benedetta Vitali (15 anni), Mattia Orlandi (15 anni), Asia Nasoni (15 anni), Daniele Pongetti (16 anni) e Eleonora Girolimini, 39 anni, madre di quattro figli.

Ai sei imputati, accusati dalla Procura di aver spruzzato una sostanza urticante all’interno del locale per rubare collane e altri preziosi, approfittando della confusione, il gup ha riconosciuto l’omicidio preterintenzionale, ma non l’associazione a delinquere stabilendo le seguenti pene: 12 anni e 4 mesi per Ugo Di Puorto, 12 anni e 3 mesi per Raffaele Mormone, 11 anni e 3 mesi per Andrea Cavallari, 11 anni e 2 mesi per Moez Akari, 10 anni e 11 mesi per Souhaib Haddada e 10 anni e 5 mesi per Badr Amouiyah. All’ultima udienza hanno assistito anche i familiari delle vittime.

Donatella Magagnini, la mamma di Daniele Pongetti

«Dodici e dieci anni non sono tanti – commenta Donatella Magagnini, la mamma di Daniele Pongetti -, parlando con il mio avvocato ha detto che è stata una buona sentenza, ma penso che queste persone nonostante tutto quello che hanno fatto riusciranno a essere liberi fra un po’, continuare a vivere, mentre mio figlio a 16 anni è stato ucciso così. Spero solo che questa cosa serva a loro per cambiare il loro modo di vedere le cose, visto che hanno detto di essere pentiti».
Secondo la mamma di Daniele «la causa principale» di quanto accaduto va ricercata nell’altro filone di indagine, quello che chiama in causa le responsabilità relative alle misure di sicurezza adottate nel locale, il sovraffollamento e i permessi rilasciati per la struttura inquadrata come magazzino agricolo: «È da lì che è partito tutto» spiega «ci sono stati degli organi che dovevano controllare e verificare, ma non hanno fatto il proprio lavoro, è quindi è giusto che vengano valutati».

Paolo Curi, marito di Eleonora Girolimini

Paolo Curi, il marito di Eleonora Girolimini, la mamma 39enne che ha perso la vita travolta dalla calca, si è definito «contento a metà» per la sentenza. «Speravo di più, il massimo – ha detto fuori dall’Aula, dopo che il gup Paola Moscaroli ha letto le condanne – comunque 12 anni se li fanno tutti, cominciano ad essere discreti anni in carcere». «L’associazione a delinquere era difficile da dimostrare, sapevo che questa accusa poteva vacillare» spiega, ma intanto puntualizza di aspettarsi dall’altro filone di indagine che «anche li ci siano delle condanne esemplari, perché sono colpevoli, tanto quanto e forse anche di più di questi ragazzi  che hanno fatto questi colpi anche altre volte in discoteca, ma le persone non si sono fatte neanche un graffio e sono usciti indenni». Curi, che quella tragica notte era nel locale con la moglie e la figlia Emma, ha ricordato che la Lanterna Azzurra era affollata, «era il posto più insicuro che ho visto in vita mia. «La mia vita non sarà più la stessa» ha concluso.

A commentare la sentenza è stato anche il Garante dei Diritti Andrea Nobili: «Nessuna sentenza riuscirà a colmare il dolore dei familiari e ridare loro quello che hanno perso in quella tragica notte di dicembre».

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