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Banca Marche, in aula Checchetto. Focus su svalutazioni e crediti: «Legittimo chiedersi chi abbia voluto farla fallire»

L'udienza al Tribunale di Ancona dove è stato ascoltato l'ex componente del consiglio di amministrazione dell'istituto di credito marchigiano fallito

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona

ANCONA – Nuova udienza del processo per il crac di Banca Marche. Questa mattina nell’Aula del Tribunale di Ancona è stato ascoltato Alfredo Checchetto, ex componente del consiglio di amministrazione dell’istituto di credito marchigiano fallito, negli anni 2012-2013, e uomo di Intesa Sampaolo.

Checchetto, che sedeva nel comitato controllo crediti di Banca Marche, durante la sua testimonianza ha manifestato dubbi sulle svalutazioni dei crediti che avrebbero in un secondo tempo portato l’istituto in default, inoltre ha riferito che la banca erogava più crediti di quanti ne riuscisse a raccogliere con i depositi dei risparmiatori.

Il teste in aula avrebbe riferito che all’epoca, la banca elargiva crediti per 17 miliardi a fronte di una raccolta di 11 miliardi. Inoltre ha affermato che ad agosto 2013, prima del commissariamento, l’istituto non era in stato di insolvenza e la banca arrivò al commissariamento dopo che fu messa in atto una svalutazione dei crediti, che ha definito eccessiva.

Poi avrebbe precisato che mentre il cda ed il comitato di controllo sui rischi del credito lavoravano per ridare credibilità alla banca sui mercati, solo in udienza sarebbe venuto a conoscenza che Masera, ultimo presidente, con una nota del 12 agosto 2013 avrebbe sollecitato Bankitalia a dar seguito alla procedura di amministrazione controllata. Secondo il teste, Banca Marche poteva essere salvata con un aumento di capitale intorno ai 200-300 milioni nonostante le difficoltà che incombevano.

Nel corso della sua testimonianza ha ripercorso anche le tappe del declassamento da parte della società di rating Moody’s, avvenuto nel 2012.
«Più si entra nelle carte di Banca Marche e più è legittimo chiedersi chi abbia voluto far fallire la Banca, massacrando un territorio, i suoi cittadini e le sue imprese – dichiara l’avvocato Corrado Canafoglia, che rappresenta oltre 3mila parti civili – . Noi continueremo nella nostra attività di ricerca della verità a fianco e nell’interesse dei risparmiatori». La prossima udienza è stata fissata all’8 marzo.

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