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Banca Marche, anche la Cgil plaude all’accordo sugli esodi

Esodi volontari, part time, giornate di solidarietà ridotte mettono d'accordo azienda e sindacati dei bancari. Per la Fisac, «al via una fase di forti cambiamenti senza però scelte traumatiche e punitive per i lavoratori della banca»

La firma dell'accordo tra sindacati dei bancari e i vertici di Nuova Banca Marche

ANCONA – Anche Fisac Cgil Marche esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto tra Nuova Banca Marche ed i sindacati per l’esodo di 270 dipendenti su base volontaria con il ricorso alla parte straordinaria del fondo di solidarietà. Si tratta – si legge in una nota stampa, di «un primo passo per la definitiva sistemazione di questo istituto bancario che, negli ultimi anni, ha vissuto molteplici vicissitudini».

Dopo l’avvio delle procedure per la cessione di tre delle quattro good bank al Gruppo Ubi (con Nuova Banca Marche sono anche anche Nuova Banca Etruria e Nuova Carichieti, mentre Cariferrara sarà ceduta a Bper), e prima delle «inevitabili procedure di ristrutturazione derivanti dal futuro ingresso», il sindacato dei bancari fa sapere che l’accordo stipulato fornisce «una prima risposta al processo consentendo l’avvio di una fase di forti cambiamenti senza però scelte traumatiche e punitive per i lavoratori della banca».

Previsti nell’accordo, oltre agli esodi volontari, anche «l’allargamento consistente della possibilità di usufruire del part time con giusta attenzione alle distanze e particolari verso le grandi piazze quali Roma; la razionalizzazione dell’uso di ferie, ex festività, banca ore e straordinario per consentirne una ordinata azione di scarico giacenze e fruizione; giornate di solidarietà finanziate (parte a carico del Fondo di solidarietà) in misura contenuta con apertura anche alla volontarietà; massima attenzione all formazione, salvaguardia professionale e mobilità territoriale».

«L’intesa – concludono Cgil e Fisac- non esaurisce il compito di contrattazione del sindacato, né quello dei sindacati confederali impegnati alla creazione di un tavolo regionale con le associazioni economiche e di impresa, la Regione e le istituzioni locali, per monitorare e confrontarsi su un progetto per l’economia dei territori e la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti ed indiretti».

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