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Sanità a Jesi, sindacati, TdM e Comitato: «Assunzioni, subito!»

Incontro congiunto nella sede della Croce Rossa di via Gallodoro con le sigle sindacali, il Tribunale del Malato e la realtà sorta a difesa dell'ospedale Carlo Urbani. «Manca il personale, il rischio è di andare verso l’esternalizzazione di una grossa fetta di servizi»

JESI – «Manca il personale necessario e stando così le cose non si potrà assumere ancora per tutto il 2019. Il rischio è di andare verso l’esternalizzazione di una grossa fetta di servizi». A lanciare l’allarme per l’ospedale Carlo Urbani, la sanità del territorio della Vallesina e più in generale quella dell’Area Vasta 2 sono, congiuntamente, i sindacati del settore, il Tribunale del Malato e il Comitato di difesa del nosocomio di Jesi, riuniti insieme nella sede della Croce Rossa in via Gallodoro questa mattina, giovedì 18 luglio.

L'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi
L’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi

«Si va verso l’aumento dei problemi» prevede il coordinatore della Rsu Michele Stronati. E la delegata Stefania Franceschini (Cisl) ricorda: «Ai pensionamenti già previsti, si sono aggiunti e si aggiungeranno quelli non preventivati collegati a “quota 100”. Una sofferenza che va avanti dal 2018 e perdurerà fino a che non si procederà alle necessarie assunzioni di medici, infermieri, operatori socio sanitari. Ad ora non c’è alcuna sicurezza sul fatto che ci si fermi coi tagli».

Rincara la dose Giacomo Mancinelli, delegato Cgil: «Già si parla di chiusura pomeridiana dei servizi di salute mentale, si accavallano gli infortuni sul lavoro con infermieri costretti ad andare avanti anche per venti giorni di seguito senza riposi. I quattro infermieri in arrivo, due da Marche Nord e due già in servizio, compensano solo gli ultimi quattro dimessi. A mio parere non di incapacità si tratta ma di precisa volontà politica di spingere verso il privato, non facendo funzionare il pubblico. L’abbiamo visto nelle privatizzazioni di cucina e servizio obitorio: nel primo caso non era stata prorogata una lavoratrice precaria che pure ne aveva diritto, nel secondo era finito nel dimenticatoio un bando per necroforo. Oppure in casi come Cupramontana, dove c’è voluto il ricorso al Prefetto per ottenere letti moderni e automatici per la Rsa».

Traccia il quadro Patrizia Ercoli, Uil Sanità Ancona: «È nero su bianco nella relazione della Corte dei Conti, “perdura l’aumento della spesa per l’acquisto di prestazioni dai privati accreditati”, oltre 151 milioni di euro nel 2018. E la spesa per il personale aumenta su quel 20% che riguarda ruoli dirigenziali e amministrativi. Ma sono medici, infermieri e oss gli attori principali del sistema e questi se ne vanno altrove, dove possono trovare contratti meno precari o più a lungo termine». Per Valentino Tesei, delegato alla sicurezza sul lavoro: «L’azienda non percepisce il valore della salute e della sicurezza sul lavoro, per gli utenti e per il personale. Le riduzioni, abnormi, e il fallimento delle reti cliniche portano alla cronaca di tutti i giorni».

Il presidente del Tribunale del Malato, Pasquale Liguori, sottolinea la criticità di un «Pronto soccorso dell’Urbani carente di spazi e personale, dove tanto più si dimettono i pazienti perché, con i tagli, non ci sono posti letto a disposizione per i ricoveri. Mentre il percorso veloce, per passare rapidamente dal Ps alla visita specialistica, non ha mai funzionato se non per alcune specialità. Assurda la situazione al Cup, dove capita che due persone debbano dare risposta a sessanta utenti in attesa».

Per il dottor Franco Iantosca, presidente del Comitato di difesa dell’ospedale: «Il depauperamento va avanti e difficilmente a settembre si recupererà quello che è stato perso in estate parlando di necessità di garantire il piano ferie. Mentre per sopperire alle carenze del reparto di Ortopedia di Fabriano vi si dirotta il personale di quello di Jesi, restano in difficoltà i servizi di cura domiciliare, psichiatrici e si taglia sull’assistenza alle persone con disabilità. Serve personale, subito».

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