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L’arcivescovo Coccia: “Mancanza di clero, accogliamo i preti che vengono da lontano”

Durante l'omelia in cattedrale sono state illustrate le emergenze pesaresi: tra queste la carenza di sacerdoti e la compartecipazione dei laici nella missione della chiesa

PESARO – Il messaggio dell’arcivescovo Piero Coccia in occasione del patrono di Pesaro San Terenzio si concentra su due aspetti. L’accoglienza e la problematica della carenza di sacerdoti in città. Tanto che ormai sono più preti stranieri nell’arcidiocesi che italiani.

Durante l’omelia Coccia ha sottolineato più temi. «Voglio sottolineare solo alcune implicanze che ritengo particolarmente urgenti per la nostra comunità. A proposito della sinodalità sottolineo quattro aspetti in cui essa va attuata e da cui non possiamo prescindere. La sinodalità impegna la nostra comunità di Pesaro anche a livello di prassi ecclesiale, attraverso varie esperienze. Faccio esplicito riferimento ai Consigli pastorali parrocchiali, a quelli vicariali, ai Consigli per gli Affari economici ed ancor prima alle tante forme di partecipazione alla vita della comunità. Qui si innesca il discorso della compartecipazione e corresponsabilizzazione dei laici su cui tante volte sono intervenuto, stimolando le comunità parrocchiali ad un radicale cambio di mentalità. Questa sollecitazione rimane valida ed attuale come non mai per la nostra chiesa locale».

«La sinodalità sta coinvolgendo la nostra Arcidiocesi anche in merito all’esperienza della cooperazione missionaria – ha continuato Coccia -. La nota mancanza di clero, in questi ultimi anni mi ha spinto a chiedere aiuto a pastori di chiese sorelle per poter avere dei sacerdoti disponibili ad esercitare il loro ministero nella nostra chiesa. La risposta è stata positiva e generosa. Ma questa particolare forma di sinodalità cosa chiede alle nostre comunità? Chiede la capacità non solo di accogliere, ma soprattutto di amare e di valorizzare tutti quei sacerdoti che vengono da lontano e che sono qui con noi e per noi, aiutandoci a crescere nella fede. Inoltre amo evidenziare, come il Convegno della scorsa settimana ci ha anche ricordato, che la sinodalità ci impegna a costruire la città futura attraverso relazioni inclusive e costruttive in grado di creare una cultura alternativa. Siamo la chiesa non dell’utopia ma della profezia».

Dei 27 sacerdoti attivi sul territorio 16 sono stranieri, dunque più della metà. Più volte l’arcivescovo aveva sottolineato la crisi di vocazioni tanto da richiedere “pro tempore” l’aiuto da diocesi estere. La Diocesi attualmente è divisa in 54 parrocchie raggruppate in sei Vicarie foranee e 13 Unità Pastorali.

Dopo la tradizionale processione lungo le vie cittadine, la messa nella cattedrale.

La processione per San Terenzio, patrono di Pesaro
La processione per San Terenzio, patrono di Pesaro

«Come ormai da tradizione, abbiamo vissuto l’annuale Convegno diocesano con cui abbiamo dato inizio al nuovo Anno pastorale. Seguendo il Magistero di Papa Francesco e dei vescovi italiani, ci siamo concentrati su due esperienze che anche la nostra chiesa particolare è chiamata a vivere e a promuovere in forma sempre più compiuta: quella della sinodalità e cioè della comunione e quella della esodalità, vale a dire della missione. E’ quanto la celebrazione liturgica di questa sera ci sta proponendo. Ma con tutta franchezza chiediamoci come ed in quale modo questa duplice esperienza della sinodalità e dell’esodalità ci interpella come chiesa di Pesaro. Una riflessione completa ed articolata ci porterebbe molto lontano».

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