Ancona-Osimo

Arcevia: uccide un lupo poi fa una donazione al Wwf, pena più lieve per un pensionato

L’uomo ha potuto patteggiare davanti al gup Alberto Pallucchini. L’esemplare era stato trovato morto in una trappola artigianale nel suo terreno

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ARCEVIA – Un lupo adulto era stato trovato morto, nel suo terreno, pieno di trappole artigianali. Era gennaio. A distanza di cinque mesi è arrivato il conto con la giustizia per il principale accusato. L’uomo ha fatto una donazione al Wwf e così ha potuto patteggiare la pena a sei mesi, con la sospensione della condizionale, e pagare 300 euro di multa.

L’imputato è un pensionato di 79 anni, ha potuto così beneficare delle attenuanti generiche, al tribunale di Ancona, avendo accesso al rito alternativo che prevede uno sconto di pena, avendo fatto la buona azione di beneficenza ad una associazione che salvaguardia la fauna selvatica, lupi compresi, protetti anche dalla legge. La sentenza è di ieri, davanti al gup Alberto Pallucchini. In udienza il pensionato era difeso dall’avvocato Andrea Boria.

I fatti risalgono al 14 gennaio scorso quando, ad Arcevia, i carabinieri forestali di Jesi e San Marcello erano intervenuti per il ritrovamento di un esemplare di lupo adulto, maschio, trovato soffocato da un laccio al collo formato da una catena e un cavo di acciaio. Era stato un cittadino a fare la segnalazione e ad allertare il centro di recupero animali selvatici delle Marche. Il lupo si chiamava Drago, ed era monitorato con tanto di radiocollare per studiarne gli spostamenti sul territorio. Le indagini si erano dirette subito sul 79enne, perché la sua proprietà era proprio in prossimità della trappola mortale del lupo. In casa i militari avevano rinvenuto poi anche lo stesso cavo e anche alcuni cinghiali catturati. Le accuse erano uccisione di animale e furto aggravato.

Il pensionato, che non aveva nessuna licenza di caccia, avrebbe usato le trappole per catturare cinghiali e selvaggina per uso personale, appropriandosi così di un bene pubblico, gli animali stessi, considerati patrimonio dello Stato ed esposti alla pubblica fede. Ecco perché la Procura gli ha contestato il furto.  

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