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Appello bis di Perugia: confermato l’ergastolo per Innocent Oseghale

La sentenza è stata emessa oggi dai giudici della Corte d'Assise d'Appello che dovevano decidere sulla sussistenza o meno dell'aggravante della violenza sessuale. Soddisfazione dei familiari di Pamela Mastropietro

MACERATA – Anche i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Perugia confermano l’impianto accusatorio: ergastolo per Innocent Oseghale. È arrivata nel pomeriggio la lettura del dispositivo con cui i giudici dell’Appello bis hanno ritenuto sussistente l’aggravante della violenza sessuale condannando l’imputato all’ergastolo. In aula i familiari di Pamela Mastropietro hanno accolto la decisione con applausi, i difensori dell’imputato annunciano invece un nuovo ricorso in Cassazione.

I giudici perugini erano chiamati a stabilire se il 30 gennaio del 2018 Oseghale, prima di uccidere e fare a pezzi la 18enne romana allontanatasi 24 ore prima dalla comunità Pars di Corridonia, l’avesse anche violentata. Stamattina l’udienza è iniziata con l’esame di due testimoni, i due uomini che incontrarono Pamela subito dopo il suo allontanamento dalla comunità ed ebbero con lei dei rapporti sessuali. L’esame è avvenuto a porte chiuse, ma la loro testimonianza non è durata più di dieci minuti: uno dei due ha detto che Pamela gli aveva chiesto di comprare dei preservativi, l’altro aveva deciso di usarli di sua iniziativa. Poi è iniziata la discussione. Il sostituto procuratore generale Paolo Barlucchi ha esordito evidenziando che: «Pamela non era una prostituta. Usava il suo corpo per avere quello di cui aveva un bisogno impellente, l’eroina. C’è una verità nella sua vita che è la sofferenza psichica, la sofferenza che si fa disturbo psichico e dipendenza da eroina». Il sostituto pg ha concluso la sua requisitoria chiedendo l’ergastolo per il 34enne nigeriano.

Da sx gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi

Poi la parola è passata alle parti civili, gli avvocati Marco Valerio Verni (che è anche zio della vittima) e Ippolita Naso, per i genitori di Pamela, Stefano Mastropietro e Alessandra Verni. La legale ha posto l’attenzione sui disturbi psichiatrici di cui soffriva Pamela che, insieme al suo stato di tossicodipendenza, l’avevano portata ad essere ricoverata nella comunità dalla quale si era allontanata. Il legale ha poi aggiunto come la violenza sessuale sussista sia in caso di dissenso della vittima all’atto sessuale sia in caso di incapacità da parte della vittima di esprimere il proprio consenso o dissenso.
Infine la parola è passata ai difensori di Oseghale, gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi che hanno esortato la Corte ad attenersi alle risultanze processuali dalle quali, a loro avviso, non emergerebbe nulla a sostegno della sussistenza della violenza sessuale. I giudici di Perugia, all’esito della camera di consiglio hanno letto il dispositivo: ergastolo per l’imputato.
«Siamo delusi dall’esito del processo di appello bis perché anche alla luce delle prove assunte all’udienza odierna riteniamo che non c’erano i presupposti per poter giungere ad una conferma della sentenza. Ci riserviamo di leggere le motivazioni e sicuramente poi proporremo ricorso in Cassazione», hanno commentato gli avvocati Matraxia e Gramenzi.

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