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Anpi provinciale contro Ostra: «Onorare chi per la libertà ha combattuto, no i servi del fascismo»

Il Comune e la curia commemorano cinque spie fasciste davanti alla lapide di tre partigiani uccisi a sangue freddo. L'associazione dei partigiani non ci sta: «La storia non si cancella»

Anpi nazionale

OSTRA – E’ una condanna ferma quella dell’Anpi provinciale di Ancona in merito a quanto accaduto ad Ostra. Qui, ogni 11 luglio, autorità civili e religiose commemorano la morte di cinque spie fasciste a cui è stato realizzato persino un monumento. Alla cerimonia, cui hanno partecipato anche il sindaco del paese Andrea Storoni, senza fascia tricolore, e il parroco don Umberto Gasparini, avviene a due passi da dove tre partigiani, Alessandro Maggini, Amedeo Galassi e Pietro Brutti, sono stati fucilati proprio da mano fascista. La memoria dei partigiani di Ostra, calpestata dalla commemorazione di cinque fascisti, ha spinto i familiari dei partigiani a fare un esposto.

Era il 6 febbraio 1944: i tre partigiani, insigniti della medaglia al valor militare alla memoria con decreto del del Presidente della Repubblica, finiscono in un rastrellamento ad opera dei nazisti insieme ad altre centinaia di persone. Colpevoli di far parte di un piccolo gruppo di partigiani comunisti, subiscono un processo sommario e vengono fucilati. Pochi giorni dopo i partigiani del Cnl di Ancona catturarono e uccisero cinque fascisti, accusati di aver collaborato con le SS.

LAnpi della provincia di Ancona condanna quanto reiterato negli anni «sulla scia di mistificazioni e di un revisionismo dilagante, che vorrebbe accreditare una sorta di parificazione delle tragiche vicende che segnarono la fine della II Guerra Mondiale, ponendo sullo stesso piano quanti combatterono e diedero la vita per liberare l’Italia dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista, e chi ne fu artefice e servo».

L’associazione Partigiani d’Italia fa sapere inoltre che «a fronte del sacrificio dei Partigiani Maggini, Brutti e Galassi il cui assassinio è rimasto impunito, stigmatizza il tentativo di attribuire a risentimenti emotivi quello che non potrà essere cancellato dal giudizio della storia tanto più in presenza di un’ostentata simbologia dal chiaro richiamo nazista e fascista». Certa dei sentimenti antifascisti e democratici sanciti dalla nostra Costituzione, e che devono sempre connotare il ruolo delle nostre Istituzioni, l’Anpi «rinnova le richieste di impegno in tale direzione a tutti i rappresentanti delle Istituzioni, dei partiti, delle forze sociali e della cittadinanza al fine di salvaguardare i valori fondanti la nostra democrazia».

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