Attualità

L’Anffas di Civitanova: «Pandemia e caro bollette ci hanno messo in ginocchio»

Il punto di Roberto Ricci, presidente dell’Anffas di Civitanova che opera anche nei locali di Montecosaro seguendo ragazzi con disabilità intellettive e relazionali

I ragazzi dell'Anffas impegnati in un progetto lo scorso 17 novembre

CIVITANOVA MARCHE- «Covid e caro bollette ci hanno distrutto e al momento i posti nelle nostre strutture sono esauriti per mancanza di spazi». Sono le parole di Roberto Ricci, presidente dell’Anffas di Civitanova che opera anche nei locali di Montecosaro (Mc) seguendo ragazzi con disabilità intellettive e relazionali. Nella serata di ieri si è svolto anche lo spettacolo natalizio dell’Anffas con protagonista il comico e attore marchigiano Piero Massimo Macchini.

Il ricavato delle offerte andrà a supportare l’attività dell’associazione, che sulla base «della convenzione con gli enti pubblici segue circa 40 ragazzi – spiega Ricci – . Poi ci sono quelli che frequentano le nostre strutture in maniera autonoma e in totale arriviamo a oltre 70 persone. Di questi 12 dodici dodici dormono nelle strutture Anffas. Proprio per dare dare risposte a tutto il territorio, è stata aperta anche la sede di Montecosaro».

La situazione

Sono diverse le attività in cui i ragazzi vengono coinvolti: «Ci sono – aggiunge –  laboratori per il miglioramento del linguaggio, per lo sviluppo delle autonomie operative, oppure la creazione delle bomboniere e la lettura del giornale. Prima della pandemia si faceva molto sport, attraverso la collaborazione con le varie società come l’Anthropos: quindi l’atletica leggera, le bocce, il nuoto e tanto altro. E a dicembre i ragazzi erano impegnati nella preparazione dello spettacolo di Natale. Il Covid ha stoppato tutto, molti hanno perso motricità, altri che avevano acquisito maggiore indipendenza motoria sono tornati a dover essere accompagnati da supporti». E intanto i costi sono lievitati. «Il 2021 – chiarisce Ricci -, purtroppo, ha fatto registrare delle perdite per circa 120 mila euro. Perché se prima, per un laboratorio bastavano uno o due operatori, con il virus ne occorrono anche cinque o sei per poter differenziare i gruppi e limitare i contatti. Poi, tenga conto che abbiano dovuto interrompere lo spettacolo di fine anno e altre iniziative che generavano vari proventi».

La pandemia ha avuto un calo, tuttavia un’altra emergenza ha compromesso nuovamente l’operato di Anffas: «Il passivo di quest’anno non è stato lo stesso del 2021 ma i costi delle utenze sono aumentati di circa 20mila euro e questo chiaramente ha inciso». Quanto al 2023, gli obiettivi sono: «Completare l’adeguamento alla riforma del terzo settore, avere qualche posto in più nelle strutture e tornare allo standard qualitativo precedente la pandemia».

I ragazzi dell’Annfas

Ti potrebbero interessare