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Marche zona gialla, Carloni: «Ripartono aziende in sofferenza». Malattie infettive di nuovo piena a Torrette

Se il mondo produttivo gioisce per il ritorno in zona gialla dall'11 gennaio, i medici invitano alla prudenza. Negli ospedali infatti i ricoveri sono in crescita

Torrette
Gli Ospedali Riuniti di Ancona

ANCONA – Da lunedì 11 gennaio le Marche tornano in zona gialla dopo uno yo-yo tra zona rossa, arancione e gialla durato per tutto il periodo festivo. Ma se il mondo economico gioisce, i medici invitano invece alla prudenza per evitare un “tana libera tutti” che possa tornare a riempire gli ospedali, visto che negli ultimi giorni nelle Marche i ricoveri sono in crescita.

«La zona gialla permette di riattivare alcune attività che stanno davvero soffrendo. La nostra prospettiva è di rimanere gialli a lungo però questo dipende da noi. Mi permetto di consigliare di sfruttare lo screening per evitare contagi». Sono le parole dell’assessore alle Attività Produttive Mirco Carloni, espressione delle istanze del mondo imprenditoriale e commerciale della regione.

Cosa cambia da lunedì? Bar, pasticcerie, gelaterie e ristoranti potranno restare aperti fino alle 18, dopo di che è consentito l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio.  Negozi ed estetiste aperti fino alle 20, aperti anche i centri commerciali, mentre dovranno ancora rimanere chiusi cinema, palestre e musei e teatri. Gli spostamenti sono liberi all’interno della regione di residenza dalle 5 alle 22, dopo serve invece l’autocertificazione e ci si può muovere solo per lavoro, salute e condizioni di necessità.

Un alleviamento delle misure restrittive che però spinge i medici in prima linea nell’emergenza covid a moltiplicare gli appelli alla prudenza, visto che negli ospedali i numeri sono in crescita.

In terapia intensiva a Torrette «la situazione è un po’ più tranquilla» afferma il primario Abele Donati: «Ci sono 2-3 posti liberi, mentre nei reparti ordinari la situazione sta peggiorando. Mi auguro – conclude – che la zona gialla non voglia dire per molti di essere liberi di poter fare quello che si vuole senza rispettare le misure previste».

Ma se in terapia intensiva la situazione è lievemente migliorata, il reparto di Malattie Infettive è invece di nuovo in affanno sia in Clinica che in Divisione: da mercoledì 6 gennaio i posti letto riservati ai pazienti covid (40 letti) sono tutti pieni, stesso quadro anche per i letti riservati ai pazienti non covid (10), tutti pieni anche quelli, mentre il Pronto Soccorso pullula di accessi, non solo legati ai covid, ma ad altre condizioni. I pazienti ricoverati nelle Malattie Infettive hanno una età media intorno ai 72 anni, in crescita rispetto alla seconda ondata del mese di novembre, ma dei 40 pazienti ricoverati 7 sono in ventilazione forzata e «il prossimo per loro è l’intubazione» spiega il primario della Clinica di Malattie Infettive di Torrette, Andrea Giacometti, a sottolineare la situazione critica in cui versano questi pazienti.

«I reparti di Malattie Infettive sono tornati sotto pressione – dichiara il professor Giacometti -, non ci sono più letti disponibili. Anche in Pronto Soccorso ci sono molti accessi, per questo occorre essere prudenti. La maggior parte delle persone che abbiamo qui ricoverate si sono contagiate in famiglia durante le feste, eccetto che per quei casi scaturiti da focolai in ospedale o nelle case di riposo. Se arrivasse questa notte un paziente non troverebbe posto: non dobbiamo abbassare la guardia, bisogna continuare ad essere prudenti per limitare al massimo le nuove infezioni».

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