Attualità

Vinitaly, 106 produttori marchigiani alla fiera di Verona. Antonini: «Grandi aspettative». Mazzoni: «Puntiamo alla sostenibilità»

Sono 106 i produttori delle Marche in prima linea a Verona per far conoscere e apprezzare i loro vini dalla platea degli importatori e degli wine lover

Immagine di repertorio (da Ufficio stampa Vinitaly)

ANCONA – Le imprese marchigiane al Vinitaly, il più importante appuntamento nazionale del settore, che prende avvio oggi, domenica 2 aprile per concludersi mercoledì 5 aprile. Sono 106 i produttori delle Marche in prima linea a Verona, per far conoscere e apprezzare i loro vini dalla platea degli importatori e degli wine lover, che affolleranno, come di consueto, l’importante vetrina, per degustare e conoscere le tante etichette, tra classici e novità.

Un anno d’oro il 2022, per il mondo vitivinicolo marchigiano, che ha visto crescere le esportazioni di un + 25,9 % (dato Istat) e superare i 75milioni di euro di valore delle esportazioni. Nelle Marche il settore conta circa 11 mila imprese con una produzione annua di oltre 800 mila ettolitri. Insomma un settore importante dell’economia, strettamente legato alla tradizione del territorio e in cui il bio è un settore di punta.

L’assessore regionale Andrea Maria Antonini

«Abbiamo grandi aspettative dal Vinitaly – spiega l’assessore della Regione Marche con deleghe all’Agricoltura, Fiere, Sviluppo Economico e Sviluppo Rurale, Andrea Maria Antonini – dove saranno presenti molti buyers internazionali, una vetrina importantissima per le aziende del settore, ma con costi elevati per le più piccole, che come Regione andiamo a sostenere per accompagnarne lo sviluppo. Il nostro obiettivo – aggiunge – è incrementare la presenza e il posizionamento del vino marchigiano sui mercati internazionali, e di farne un veicolo nella narrazione di un territorio ricco di tradizioni, come le Marche».

La Regione punta infatti sull’enoturismo, con il vino, quale «elemento trainante dell’immagine dell’intero territorio, delle sue bellezze, dei borghi – dice Antonini – : una bottiglia di vino racchiude la storia del territorio, dalla cantina in cui viene prodotto, alle tradizioni». L’assessore ricorda che nelle Marche la produzione vitivinicola bio vanta un record, «il 25% della superficie agricola è coltivata con metodo biologico, e il vino conta il 35% di questa produzione, un dato che pone le Marche seconde in Italia» con le province di Ascoli e Fermo che sfiorano il 50% di vitigni bio e sono prime in Italia.

La Regione, fa sapere Antonini, oltre a sostenere la partecipazione delle aziende vinicole al Vinitaly, sta affrontando anche il tema della siccità, che specie al Sud delle Marche comincia a pesare. «Circa un mese ho avanzato richiesta di stato d’emergenza al ministero per siccità – ricorda – e nell’ultima delibera di bilancio abbiamo previsto uno scostamento di 20milioni di risorse del Psr per l’ammodernamento della rete idrica, in modo da ridurre perdite e sprechi dalle tubature, che disperdono mediamente un 30-40% di acqua. Vogliamo introdurre innovazione nei metodi di irrigazione, rendendo le reti più moderne, sostituendo, ad esempio l’irrigazione che richiede l’impego delle pompe che necessitano di carburante, in modo da ridurre sprechi e avere un minore impatto ambientale».

Il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni, dice «anche quest’anno, nonostante la crisi, parteciperà un numero importantissimo di aziende. Avremo un nuovo stand e moltissimi eventi in collaborazione con la Regione: tre wine testing con distributori da tutte le parti del mondo, dove ci saranno degustazioni di Verdicchio dei Castelli di Jesi e Matelica, e tre convegni di grande spessore sulla sostenibilità. Siamo proiettati al 2030 – aggiunge – e il nostro obiettivo è quello di guardare sempre di più alla sostenibilità delle imprese, che guarda alla natura, all’uomo e al risparmio energetico».

Grandi le aspettative dei produttori. «Abbiamo già diversi appuntamenti con importatori stranieri, come anche altri colleghi marchigiani, abbiamo ottime aspettative – dice Riccardo Baldi, titolare dell’azienda vitivinicola La Staffa di Staffolo, che produce Verdicchio dei Castelli di Jesi – . Siamo sempre ben contenti di andare al Vinitaly proprio per l’importante presenza di importatori stranieri». «Il 2022 – conferma – è stato un anno molto positivo e contrassegnato da esportazioni e fatturato in crescita, un andamento che ha confermato il buon trend iniziato nel 2021. Abbiamo rafforzato la nostra presenza sul mercato estero, in particolare negli Stati Uniti e in Nord Europa».

A spaventare il mondo vitivinicolo è la siccità e il cambiamento climatico che sfocia anche in fenomeni estremi come l’alluvione nel Senigalliese (15 settembre) come anche in estati torride e secche. «La siccità ci sta dando molta preoccupazione – dice – e anche se nelle Marche la situazione è meno rispetto al Nord Italia, siamo preoccupati per il futuro. La vite, ha dimostrato di essere resistente e plastica ai cambiamenti, ma spesso stiamo toccando un livello in cui lavorare diventa sempre più difficoltoso». L’idea di Baldi, per far fronte al fenomeno, è quella di realizzare invasi per la raccolta dell’acqua piovana, in modo che, in caso di emergenza, si possa irrigare attingendo da questi laghi artificiali.

© riproduzione riservata

Ti potrebbero interessare