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La variante inglese fa crescere i contagi, rischio terza ondata? Menzo: «Ripresina»

Il virologo di Torrette fa il punto sulle mutazioni del Covid nelle Marche. Le sue previsioni sull'andamento della pandemia e i dati sui vaccinati

ANCONA – “Vola” la variante inglese nelle Marche, dove si appresta a diventare dominante nelle province dove non lo è ancora. A dirlo è il virologo Stefano Menzo che spiega come «nell’Anconetano ormai c’è solo variante inglese, nel Maceratese è la metà dei casi, nell’Urbinate un terzo, per la città di Pesaro non abbiamo dati, mentre nel sud delle Marche è un pò più rara».

E proprio la variante inglese, con la sua maggiore trasmissibilità, sta spingendo in alto il numero di casi positivi nelle province di Ancona e Macerata.

«Nelle Marche eravamo avvantaggiati rispetto ad altre regioni – prosegue Menzo –  grazie a test relativamente rapidi per individuare le varianti con cui abbiamo da subito iniziato a monitorare la situazione». Il primo caso di variante inglese era stato registrato nel dicembre scorso con un cluster familiare nel Comune di Loreto». «Eseguiamo periodicamente una sorveglianza – prosegue – , anche se è molto difficile avere campioni, che arrivano con il contagocce».

La variante inglese «diventerà dominante in tutta Italia rapidamente» afferma il primario della Virologia di Torrette. Nelle Marche sono «sporadici i casi di variante brasiliana per il momento, con piccoli focolai». questo tipo di mutazione, come puntualizza il virologo «sembra non abbia la stessa capacità di espandersi di quella inglese che ha invece in maggior vantaggio in termini di diffusione. Limitati i casi di variante sud africana».

Ritiene che possa esserci il rischio di una terza ondata? «Stiamo vedendo una ripresina nelle Marche e anche in altre città d’Italia, facilitata dal virus più contagioso. Per il momento è prematuro parlare di terza ondata, se restiamo attenti forse riusciremo a contenere questa nuova crescita, ma dipenderà moto dalle politiche restrittive che saranno assunte».

Il direttore della Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona, Stefano Menzo

Il virologo fa notare che «le persone sono stanche e alcuni manifestano atteggiamenti più menefreghisti dovuti allo stress» di un anno di pandemia sulle spalle. Poi l’accento va inevitabilmente sulla vaccinazione: «Finché non sarà vaccinata una percentuale adeguata di popolazione, e questo dipende dalle forniture di vaccino, andremo avanti a tira e molla» tra chiusure e riaperture.

Quale è la situazione nelle Marche sul fronte vaccinazione? Guardando al dato relativo al 25 febbraio, nella nostra regione a ricevere la prima dose di vaccino è stato finora il 3.90% della popolazione (59.551 su 1.525.271 abitanti), mentre la seconda è stata somministrata all’1.91% (29.101 su 1.525.271 abitanti), con il 73.9% delle dosi somministrate rispetto a quelle consegnate. Il dato medio nazionale è del 4.17% per la prima dose e 2.25% per la seconda.

Ad oggi sono stati vaccinati 51.996 sanitari, 17.949 operatori del personale non sanitario, 7.082 ospiti delle strutture residenziali, 14.017 over 80, 22 persone delle forze armate e 8 del personale scolastico.

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