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Vaccini nelle Marche, Saltamartini: «Oggi arrivano 20mila Pfizer»

L'assessore regionale alla Sanità spiega che i flaconi del siero americano saranno riservati ai richiami. Intanto la Regione aumenta il numero degli operatori addetti al numero verde e organizza un sistema di messaggistica. 21.971 le dosi di AstraZeneca bloccate nelle Marche

Il volo Dhl che ha trasportato i vaccini all'aeroporto di Falconara Marittima (Foto del 30 dicembre 2020)

ANCONA – «Oggi arrivano circa 20mila vaccini Pfizer nelle Marche, ma sono tutti già predisposti per i richiami delle persone a cui è già stata somministrata la prima dose». Lo annuncia l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini a margine della conferenza stampa di presentazione della sala tac esterna installata nel piazzale del Pronto Soccorso dell’ospedale di Torrette.

L’assessore spiega che le dosi del siero della casa farmaceutica americana, «sono già tutte impiegate per il richiamo», mentre nelle Marche ci sono «circa 21.971 le dosi» ferme dopo lo stop all’utilizzo su tutto il territorio nazionale imposto dall’Aifa in attesa delle valutazioni dell’agenzia europea per i medicinali, «imporrà un rallentamento del piano di vaccinazione e di copertura».

Affrontando la questione dei richiami del siero britannico che in questa fase nelle Marche viene somministrato al personale scolastico, alle forze dell’ordine, al personale delle Prefetture e dei Tribunali, Saltamartini spiega «giovedì sapremo se si farà il richiamo». «Dobbiamo essere prudenti in attesa degli esami autoptici – prosegue – che metteranno in condizione gli scienziati, a livello internazionale, di verificare se c’è un nesso di causalità tra i decessi e il vaccino, e a quel punto sapremo esattamente se procedere o meno».

«Di positivo c’è che nella nostra attività vaccinale – prosegue -, ci sono ancora i vaccini Pfizer e Moderna che per il momento non hanno dimostrato controindicazioni, da metà marzo stanno validando anche il vaccino Johnson & Johnson e nei prossimi mesi, se non ci sarà AstraZeneca, dovremo riprogrammare l’intera vaccinazione con questi vaccini, che hanno dimostrato la loro efficacia, e a quel punto potremo verificare esattamente che tipo di copertura possiamo dare ai nostri cittadini».

Alle polemiche sorte nella giornata di ieri, 15 marzo, dopo i disagi per le vaccinazioni saltate in seguito alla carenza di dosi legata alla sospensione in via precauzionale da parte della Regione Marche del lotto di vaccino sequestrato dalla Procura di Biella, prima che l’Aifa sospendesse l’impiego del siero britannico in Italia, Saltamartini risponde «stiamo correndo ai ripari» e afferma che la Regione è al lavoro per organizzare un sistema per avvisati le persone prenotate di eventuali annullamenti o spostamenti.

«Il tema dei disagi di ieri è collegato al fatto che quando abbiamo appreso che la persona deceduta a Biella era stata vaccinata con lo stesso lotto che veniva somministrato nelle Marche a quel punto abbiamo deciso di sospendere cautelativamente e di accantonare quel vaccino – dichiara – . Naturalmente questo ha comportato un disagio».

Secondo l’assessore «dobbiamo essere comunque consapevoli che è urgente la copertura vaccinale per uscire da questa fase, ma è anche importante garantire a ogni cittadino la sicurezza non dico assoluta, ma una sicurezza relativa sull’efficacia o quanto meno sulla non letalità di un vaccino che viene somministrato secondo i principi di fede pubblica. I cittadini si affidano al servizio sanitario regionale: io da assessore, nel momento in cui ho avuto quelle informazioni, insieme al presidente (Acquaroli ndr) e insieme a tutta la giunta, abbiano deciso di adottare una misura cautelare, a garanzia dei cittadini, penso che ne sia valsa la pena».

L’assessore alla Sanità chiarisce «abbiamo organizzato una struttura operativa basata su tre pilastri: manderemo dei messaggi quando c’è una riprogrammazione e una modifica dei vaccini, in seconda analisi abbiamo allargato il numero degli operatori attivi al numero verde che saranno una ventina, e infine abbiamo predisposto un sito della Regione in cui verranno puntualmente informati i cittadini su questi aspetti».

«Non è colpa della Regione se AstraZeneca prima è stato validato fino a 55 anni, poi fino a 65 e successivamente si decide che è valido anche per le persone di qualsiasi età- spiega -, poi arrivano i provvedimenti dell’autorità giudiziaria che li sospende». Insomma, come sottolinea Saltamartini «stiamo vivendo un percorso accidentato che però impone alla sanità marchigiana di non favorire eventi infausti».

L’assessore aggiunge che «questa vicenda dei vaccini AstraZeneca è una vicenda che ha un impatto molto rilevante sulla vaccinazione perché noi eravamo organizzati per somministrare 5 mila vaccini al giorno e se non sarà validato bisognerà riprogrammare completamente il sistema».

Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Torrette

Sollecitato sulla situazione di pressione in cui versano le strutture ospedaliere delle Marche nel bel mezzo della terza ondata pandemica, Saltamartini ha spiegato che «l’impegno della Regione è un impegno a massimizzare il sistema. Quando cinque mesi fa sono stato nominato assessore alla Sanità, ci siamo trovati di fronte a soli 115 posti in terapia intensiva e li abbiamo portati a 233, con dei rallentamenti enormi perché dovevamo avere un numero maggiore di posti di terapia intensiva è chiaro che abbiamo cercato di fare il possibile».

«C’era stata – prosegue – una situazione abbastanza grave da parte di chi aveva la responsabilità della sanità della nostra regione nei mesi precedenti nel non aver eseguito ciò che era previsto dal decreto legge 34 del 18 maggio 2020, il quale aveva previsto un allargamento di circa 100 posti in terapia intensiva, aveva previsto l’assunzione di medici per le unità Usca, aveva previsto tutta una serie di misure con medici, sociologici, psicologi per il territorio, per la medicina del territorio. Quindi di fatto, la mancata predisposizione di questi mezzi, poi si è abbattuta sostanzialmente sulla nuova pandemia, sulla nuova terza fase ma cerchiamo naturalmente di rassicurare tutti i cittadini sul fatto che siamo in grado di farvi fronte».

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